martedì 26 settembre 2023

la prima doppia infornata della stagione

Sporadiche zanzare a parte, in questi giorni sì che si sta bene! Questa è la mia temperatura ideale, non certo l'afa estiva...anche se ormai con le stagioni non ci si capisce più niente. A questo proposito, cioè di clima sfasato, sabato c'era ancora una cappa opprimente e in casa mia era piuttosto caldo, dato che i muri grossi lo mantengono ben benino: beh, per essere è un risparmio. 

Quindi, come dire, il clima casalingo non invitava certo ad accendere il forno, eppure sì, l'abbiamo acceso! E l'abbiamo tenuto in azione parecchio per una doppia infornata! Maurizio perchè, dopo l'intera estate in cui il lievito madre è restato inutilizzato, aveva deciso di preparare il primo pane della stagione e io perchè avevo pensato di portare la ciambella per il pranzo del giorno dopo da sua mamma: un dolce semplice che si può mangiare a colazione, e non solo, per giorni. 


CIAMBELLA ROMAGNOLA

 

La ciambella, la "zambèla", è uno dei dolci tipici delle nostre parti. Se si va a mangiare in un posto rustico tipo trattoria, non mancheranno di proporvela a fine pasto accompagnata da un vino dolce tipo Albana in cui "tocciarla" . Ed è uno dei dolci tradizionali che, essendo anche molto semplice da fare, un tempo si preparava abitualmente nelle case, tramandando la ricetta di generazione in generazione.

A me l'ha insegnata mia mamma, lei la faceva spesso e ricordo bene la grande teglia tonda di alluminio con le pagnottine appena sfornate belle dorate e profumate. Mi ricordo assai bene delle pagnottine, nè troppo piccole nè troppo grandi, ma una cosa che non ricordo distintamente è se facesse a volte anche il filoncino. Penso di sì, poichè è la forma classica della nostra ciambella, dai fornai è così che la si trova. Fatte da lei mi vengono in mente però più che altro le pagnotte. Probabilmente, essendo quelle che in famiglia preferivamo perchè più croccanti rispetto al filone, aveva dirottato su quella forma inusuale, oppure a sua volta era un'usanza di sua mamma, chissà. Voi comunque fatela pure della forma che volete...ma non col buco!

Data la premessa, vi lascio quindi la mia ricetta personale, quella che ho trascritto sul mio quaderno tantissimi anni fa intervistando mia mamma che, come sempre, per le dosi si regolava ad occhio, ma si sforzava di "tradurle" per me in qualcosa di più leggibile e fattibile. 


la mia ciambella con la ricetta di famiglia


Ingredienti: 3 uova, 1 etto e mezzo di burro, 2 etti di zucchero semolato, gr. 500 di farina tipo 00, 1 bustina di lievito e 1 di vanillina, poco latte freddo

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* Far sciogliere in un padellino a fuoco molto basso il burro tagliato a pezzetti, spegnere subito e lasciarlo intiepidire. Per farlo raffreddare prima, si può aggiungere un po' di latte, mi raccomando poco.

* In una grande ciotola lavorare bene le uova con lo zucchero mescolando con un cucchiaio di legno.

* Aggiungere al composto il burro intiepidito e, sempre mescolando, unire anche la farina versandola a poco a poco, quindi il lievito e la vanillina (io ho usato il lievito vanigliato).

L'impasto deve risultare denso ma morbido, se non lo è versatevi un po' di latte, ma sempre poco alla volta, con attenzione. La consistenza dell'impasto infatti è forse la cosa più difficile di questa facilissima ricetta, perchè se risulta troppo fluido la ciambella verrà piatta come una piadina e se è troppo duro non riuscirete a versarlo nella teglia. E' vero che ho visto delle ricette in cui l'impasto è solido, molto consistente, ma nella mia ricetta non dev'essere così. Calibrare bene quindi... 

* Ungere e infarinare una grande teglia, va bene anche quella del forno, oppure (al giorno d'oggi si usa ed è comoda) ricoprirla con della carta da forno e formare un filoncino o delle pagnottine a vostro piacimento. Cospargere la superficie della ciambella o ciambelline con un po' di zucchero. 

* Infornare a 180°, a forno già caldo e cuocere fino a che la ciambella risulterà dorata in superficie, assicuratevi con uno stuzzicadenti che sia ben cotta anche all'interno. Non vi metto il tempo di cottura, perchè varierà a seconda della forma che le avete dato, se avete due filoncini anzichè uno, oppure delle pagnottine. 




FILONCINI DI PANE


Beh, non posso concludere il mio post senza farvi vedere anche gli altri filoncini sfornati nella giornata di sabato. Sono quelli di pane con lievito madre preparati da Maurizio. Bellini, vero? Di questi non vi metto la ricetta, però vi assicuro che sono molto buoni in tutte le varianti con i diversi tipi di farina che sperimenta di volta in volta. Chi assaggia il pane fatto in casa ne rimane innamorato ed è più difficile poi che apprezzi quello "leggero" che si acquista in certi panifici o supermercati. Senza nulla togliere naturalmente a chi tra i fornai lavora bene e con ingredienti di qualità.



Dolce o salato...quale assaggereste?


venerdì 22 settembre 2023

ancora qualche ricamo a punto croce

Ancora qualche ricamo, ma non pensate siano cose recenti... E' tanto che non mi dedico più al punto croce, ma un piccolo aggiornamento con due cosine ricamate che qui sul blog non avevate visto, mi fa piacere farlo. 

 

la matrioska a punto croce

 

Partirei con questa matrioska (lo schema l'avevo trovato su Pinterest) qui fotografata in mezzo al mio solito caos...creativo e non. E' una foto piuttosto vecchia: in questo momento nel mio bilo non dico che ci sia più ordine di qui, tutt'altro, però tutti i piani che vedete traboccanti di libri e oggetti ora sono in buona parte svuotati in vista del trasloco.



Mi sono sempre piaciute le matrioske, in casa ne ho una che risale a quando ero ragazzina, forse addirittura bambina. Sarà stato il regalo di un parente, di un familiare o di qualche amica? Portata magari da un viaggiatore o sarà stata invece acquistata "sotto casa"? Chissà...l'etichetta sul fondo mi dice che probabilmente è originale: c'è stampato made in USSR (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).


la mia matrioska

Era un gioco divertente aprire tutte le bamboline di legno leggero fino ad arrivare alla più piccolina, l'unica in legno pieno, rimontarle poi singolarmente incastrando le due metà corrispondenti fino a formare una colorata famigliola composta solo di donne, tutte figlie della più grande, la madre.

Affascinante la storia della nascita di questo particolare oggetto artistico che ci racconta di un  possibile collegamento, una contaminazione tra le divinità della fortuna appartenenti al folklore giapponese e il mondo contadino russo

Qui in questo sito, oltre alle origini, potrete leggere anche delle riflessioni sulla simbologia della matrioska. Mi piace l'idea di una madre che contenga la complessità di un intero mondo dentro di sè.   Tutti gli strati si potrebbero interpretare come aspetti di una stessa persona al cui interno si nasconde il nucleo più autentico, l'essenza, come un frutto cela il proprio seme prezioso.

E' bello, confortante pensare a queste matrioske di grandezza digradante anche come al fluire dell'amore, grazie al miracolo della vita, da una all'altra, via via da una generazione alla successiva, un legame che non si spezza, neanche con la morte.

Sì, è dolce pensare al filo indistruttibile che lega per sempre una mamma e una figlia. Questo ricamo l'ho iniziato e portato avanti sei anni fa. Mi ci applicavo durante le lunghe ore in cui assistevo mia mamma in clinica, tentando in questo modo di svagare la mente. Sarebbe stato purtroppo l'ultimo suo ricovero, un periodo durissimo.


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Qualche mese dopo ho voluto trovare un'applicazione per questo ricamino nato in giorni tanto tristi.

Ho pensato di farne una decorazione da appendere incollando la tela su un cartoncino abbastanza spesso. Davanti e dietro, perchè la mia matrioska era costituita, come vedete, da due parti.

 


 

Tutt'attorno l'ho quindi rifinita con un cordoncino tricotin (ve ne avevo parlato qui e qui agli inizi del blog, ma anche qui) e una passamaneria serpentina in tinta.

 

Non poteva mancare, indispensabile, un anello per poterla appendere e qualche altro semplice abbellimento. 


i tre quadretti a punto croce

(non si butta via niente)

 

Anche i tre quadretti che ora vi mostrerò devo averli realizzati più o meno in quella fine d'anno, in vista probabilmente del solito mercatino natalizio a cui anche quella volta avevo deciso di partecipare. Lo dico perchè tra quelle foto ho ritrovato la prima traccia di uno di questi quadrini esposto sul mio banchetto...

 


 

In realtà se la composizione l'avessi fatta proprio quell'anno non lo so, ma il materiale utilizzato risale, ne sono certa, a diversi anni prima.

Solo le amicizie blogger di un tempo, cioè ormai pochissime, possono aver visto la mie "scomposizioni composte" che avevo postato nel 2011. Se siete curiosi, andate a guardare il post!

Quindi si può ben dire che questi tre quadretti a punto croce siano figli dei primi due grandi. Ora ve li mostro tutti e tre, anche se purtroppo in questi scatti i colori rendono poco. Li vedete qui esposti sul mio tavolo di un mercatino primaverile,

 


 

qui in un altro mercatino estivo davanti alle tre mokine amigurumi

 


 

e in un altro autunnale a cui avevo preso parte lo scorso anno.



Beh, non voglio certo annoiarvi con le foto dei miei mercatini, ma è per dimostrarvi che le mie piccole scomposizioni composte mi accompagnano da diversi anni nei vari eventi a cui partecipo.

Solo qualche persona me ne ha chiesto il prezzo, che è una cifra davvero irrisoria, ed è stata lì lì per comprarne uno... solo qualche coraggioso sì, ma si può dire che non ci sia mai stato nessuno, o quasi, che non si sia fermato incuriosito ad osservarli da vicino. 

Quando vedo qualcuno piegarsi in avanti avvicinando il naso al piano del banchetto, io sedutà là dietro nascosta dai vari espositori, a volte mi chiedo cosa starà guardando così interessato, poi mi viene in mente...ah, sì i "magnifici tre" 😄 Non li vendo, è vero, ma sono sempre uno spunto di conversazione con i passanti!

venerdì 15 settembre 2023

una maglia per me

Devo avervi già detto in varie occasioni come in questo periodo io non stia combinando molto creativamente parlando, sarà perchè ho la testa presa dal trasloco a cui non manca tanto, sarà pure perchè ho deciso di sospendere per l'intera estate-autunno-inizio inverno i mercatini e, sapete? Avere un mercatino in programma è sempre uno stimolo enorme per la creatività e la produttività, una spinta sull'acceleratore. 

O almeno per me lo è, capite quindi che visto che l'ultimo evento a cui ho partecipato risale ben a maggio (vedete qui il post in cui ne parlavo) beh, vi sarà chiaro quanto io sia e sia stata abbastanza nullafacente in questi mesi ...

Abbastanza, ma non completamente però, infatti ho portato su con me in montagna un lavoro a uncinetto che avevo iniziato a casa col caldo afoso. 

Anche la scorsa estate avevo approfittato di quelle serate montane passate sul divano con un occhio al mini televisore, due chiacchiere con Maurizio, un libro, un cruciverba...serate ahimè intramezzate talvolta da qualche stuzzichino post cena (avere la cucina a due passi dal divano non aiuta: c'è sempre una padellata di popcorn, della cioccolata o frutta secca in agguato!). Mi sono persa...dicevo che ho approfittato delle rilassanti serate trascorse in casa per lavoricchiare a uncinetto sbirciando da sotto ai miei occhiali da miope, occhiali che mi servono per guardare la tele. 

Lo scorso agosto-settembre la vacanza aveva prodotto lo scialle rosa sfumato che vi avevo fatto vedere qui, mentre quest'anno sono riuscita a finire la maglia in cotone ecrù che mi ero portata dietro lassù tra monti e boschi e che ora vi mostro: eccola!

 

maglia in cotone color ecrù con maniche ad aletta e sprone a punto rete

 

Non dico sia bellissima, avrà anche i suoi difettucci (forse dovrei stringerla leggermente sottobraccio) ma io sono comunque soddisfatta della sua riuscita, oltre al fatto, non da poco, che mi sia saltata fuori finalmente una maglietta della mia misura e non di quella del manichino!   

Ragion per cui, visto che tra l'altro di mercatini per ora non se ne parla, questa ho voluto tenerla per me e qualche giorno fa l'ho rinnovata. Sono lontani i tempi in cui, se creavo qualcosa era per indossarla io stessa (ricordate quando in questo post vi avevo raccontato la mia storia della maglia?) quindi mi dà una certa emozione uscire con qualcosa fatto con le mie mani...

 


Il modello che ho seguito è  di Sirin's Crochet (su YouTube) ed è un top-down, si lavora cioè in un pezzo unico iniziando dallo scollo e procedendo giù verso il fondo. Proprio in fondo ho fatto una mia variante aggiungendo un fascioncino, poichè così larga non mi sembrava mi stesse bene.  

Linea semplice, piccolo scollo rettangolare, sprone e manichine ad aletta a punto rete. Non è particolarmente leggera, anzi ha una certa consistenza...sembra quasi una cotta di maglia, vero? 😂 Pronta per la battaglia!

 


 

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Maglia e pancia a parte, spero di riuscire a pubblicare in tempi decenti un post sulla mia vacanza, per ora c'è solo il titolo...

 

Buon fine settimana amiche e amici!

lunedì 11 settembre 2023

quante streghe conoscete?

Oggi, in questo post dedicato ai giochi di movimento (di gruppo e all'aperto), si parlerà di streghe.  Ci avete fatto caso? I giochi di gruppo per bambini sono sempre stati popolati da streghe, lupi, orchi...come le fiabe e le leggende del resto, non c'è da meravigliarsene. 

 

foto dal web

Certo che la cosa potrebbe sembrare in contrasto con lo spirito del gioco stesso che è appunto quello di suscitare risate, di conoscersi e divertirsi, ma credo sia stato e lo sia tuttora il modo migliore per esorcizzare insieme paure ancestrali, per prendersene gioco appunto....avrete senz'altro visto dei bambini che durante il gioco sfidano apertamente il lupo o la strega che ha il compito di catturarli!

Beh, adesso riguardando a quei giochi con l'occhio della persona adulta, mi fa anche un po' impressione pensare a quali significati potessero celare, ma in fondo è così anche per quanto riguarda le fiabe. I particolari cruenti di certe fiabe della tradizione, uno non se li immaginerebbe neanche, spesso infatti i libri di fiabe per bambini o adattamenti cinematografici alla Disney hanno fatto circolare versioni molto edulcorate.

Tornando a parlar di streghe...quante ne conoscete? Io, a parte la sottoscritta che un po' stregonesca in certe espressioni lo è ve lo assicuro,  ne conosco tre e ora ve le presento partendo dalla strega più inquietante...


STREGA IMPALATA


La strega impalata ha accompagnato tanti bei pomeriggi della mia infanzia, ora vi spiego come la giocavo io.


come si gioca

* Nel gruppo si sceglie (di solito con una conta) un bambino/a che faccia la strega, dopo di che gli altri si sparpagliano nel campo di gioco.

*  Quando inizia il gioco, la strega dovrà correre dietro ai bambini per cercare di prenderli, quindi naturalmente tutti quanti scappano a più non posso!

* Se ne acchiappa uno, questi dovrà fermarsi nel punto in cui è stato catturato e lì dovrà stare fermo e "impalato" con le braccia aperte, perpendicolari al corpo. La strega intanto va a caccia di altri bambini però...

* ...dovrà sempre buttare un occhio al suo prigioniero che nel frattempo infatti potrebbe essere liberato dai suoi compagni. Come? Con un semplice schiaffetto su una mano, in quel modo lui o lei potrà tornare libero! Certo la strega, come abbiamo detto, non se ne starà buona buona a guardare, ma cercherà di bloccare il coraggioso bimbo/a che in quel momento si espone più degli altri all'essere acchiappato!

* Man mano che il gioco procede, la strega sicuramente catturerà altri bambini, ma alcuni torneranno liberi, perchè verranno liberati dai compagni.

 

chi vince

Vincerà la strega se riuscirà a prenderli tutti, ma dato che l'impresa non si prospetta facile e capita spesso che il gioco si protragga troppo a lungo, tra catturati liberati ricatturati e così via, allora si può stabilire che se un bambino viene preso per due o tre volte (decidete voi) ci si ferma e nel gioco successivo sarà lui a fare la strega. 

Questo "finale"  l'ho trovato qui (foto sotto) nel libro GIOCHI descritti e illustrati dai bambini d'Italia di Matizia Maroni Lumbroso, un'interessante raccolta di giochi raccontati dai bambini stessi e mi sembra possa andar bene per chiudere il gioco in un tempo più ragionevole. 

 


 

Sempre nello stesso libro viene descritto  un altro gioco abbastanza simile, il GIOCO DELL'IMPALATO, eccolo,

 


  

mentre questo qui sotto, STREGA VAI-STREGA STAI! che si gioca con addirittura due o tre streghe per volta, l'ho trovato ne IL GRANDE LIBRO DEI GIOCHI della Mondadori del 1970,

 

 


 

un manuale che ho sfruttato tanto, perchè raccoglie un sacco di giochi di varie tipologie, da quelli di carte a quelli da proporre alle feste, da quelli sportivi a quelli scherzosi....ricchissimo di idee per divertirsi a qualunque età.





 STREGA IN ALTO


Strega in alto, rialzo, puzza in alto...forse questo lo conoscete con un nome ancora diverso, ma è sempre  lo stesso: un gioco semplicissimo che richiede però un campo da gioco un po' particolare, poichè devono essere presenti dei rialzi come muretti, panchine, gradini, anche semplici sassoni, basta insomma che ci sia qualcosa su cui si possa salir sopra in piedi, poi è vero che ognuno si ingegna come può...

 

come si gioca

* Anche in questo caso si sceglierà, tramite conta o altro modo, un bambino/a che faccia la parte della strega. 

* La strega inizierà a ricorrere i bambini che naturalmente fuggiranno per non farsi acciuffare.

Quindi si dovrà correre e correre per sfuggire alla strega, ma, e qui sta la particolarità del gioco, per non essere presi si potrà salire con entrambi i piedi  su un rialzo per mettersi in salvo...beh, in salvo almeno momentaneamente, perchè l'inseguito non potrà restare per tutto il gioco lì sopra! A un certo punto dovrà scendere e ricominciare a fuggire e d'altro canto la strega non potrà neanche fare il cane da guardia a un unico bambino aspettando che lui metta un piede a terra...


chi vince

Potete scegliere tra questi due finali: 

*  o, come a puzza, nel momento in cui la strega tocca un bambino ci si scambiano immediatamente i ruoli cioè il catturato diventa la strega e dato i cambiamenti così rapidi, ci si può aiutare fra gli inseguiti avvisando subito gli altri " la strega è Gianni!",  "la strega è Margherita!"  e così via. Il gioco va avanti in questo modo finchè non ci si stanca

* oppure, appena la strega prende un bambino, il gioco si ferma e se ne inizia un altro con il bambino catturato che ora impersonerà la strega, quindi dovrà mettersi al centro dell'area-gioco con tutti gli altri a debita distanza. Il gioco in questo modo ricomincia varie volte ed è un po' più ordinato rispetto all'altro finale.

 

Anche in questo caso vi faccio leggere due versioni raccontate dai bambini. Come vedete, esistono tantissime varianti e sono tutte interessanti.



Ricordo che a un corso di formazione per animatori a cui partecipai nei primi anni in cooperativa, ne avevamo giocato una curiosa variante in cui si doveva pronunciare una colorita frase che suonava più o meno "Al padron dei marciapiedi che gli puzzano li piedi". Penso che si tratti del gioco descritto in questo libro, un gioco del rialzo che funziona un po' al contrario.

 

STREGA COMANDA COLORE


Infine veniamo a una delle streghe più divertenti e forse la più conosciuta anche dai bambini di adesso: strega comanda colore

Questa non ricordo se la giocavo già da piccola o l'ho imparata sul lavoro, ma so bene che è la strega che ho proposto più spesso ai bambini e molte volte essi stessi mi chiedevano di giocarci, oppure, se erano più grandicelli, si organizzavano per conto loro.


come si gioca

* Si inizia scegliendo naturalmente chi farà la strega.

* La strega si posizionerà grosso modo da una parte dell'area di gioco, meglio se molto estesa, e gli altri bambini le si sparpaglieranno davanti e non troppo vicini.

* A un certo punto lei dirà a voce alta: "Strega comanda colore..." e pronuncerà il nome di un colore. Es: "Strega comanda colore...giallo!" Prima di dire il colore dovrà però scrutare bene il campo da gioco, perchè tale colore dovrà essere presente nell'ambiente: pur piccolo, pur poco visibile, ma obbligatoriamente presente.

* A quel punto tutti i bambini correranno velocemente a toccare il colore comandato dalla strega e non si staccheranno dal di lì. Nel caso del colore dell'esempio, il giallo, in un giardino si potrebbe toccare una foglia, un fiore, una palla, qualunque cosa pur che sia di colore giallo. E' ammesso anche toccare il colore di un indumento di un altro bambino e in genere anche di un proprio indumento, meglio comunque essere chiari già in partenza su questa eventualità.

* La strega cercherà di afferrare qualcuno prima che il bambino arrivi a toccare il colore indicato oppure prenderà qualcuno che se ne è staccato troppo presto... 


chi vince

* Potrebbe verificarsi  che la strega non riesca a prendere nessuno perchè tutti quanti sono riusciti a toccare in tempo il colore, a quel punto la strega resterà la stessa e nel round successivo dovrà comandare un altro colore. 

* Se invece la strega riesce a toccare qualcuno, il gioco si ferma e il bambino catturato farà la strega nel gioco successivo, come ho spiegato in strega in alto.

* Si può anche fare però che chi viene catturato dalla strega venga eliminato, come spiegato nel gioco della foto sottostante tratta dal libro Indovinelli di nonna  e giochi di una volta, Edizioni del Baldo.

 


Però, però...

 

due parole  sul "problema" delle eliminazioni durante i giochi di gruppo

 

Come saprete, sono diversi i giochi che prevedono l'eliminazione dei giocatori man mano che si gioca finchè non ne resta uno solo e per alcuni di questi è difficile immaginare di giocarli in altro modo!

Non sempre però, per mia esperienza, fila tutto liscio. Ho visto tante volte come spesso i bambini eliminati rientrino nel gioco come se niente fosse creando naturalmente una certa confusione oppure la confusione la creano, perchè si annoiano essendo stati eliminati

quindi suggerirei di:

* organizzare un altro gioco parallelo di genere diverso o meglio ancora un'attività tranquilla, magari seduti in un posto preciso dove i bambini possono andare, e fare delle cose, di mano in mano che vengono eliminati

* oppure di cercare per quanto possibile, non sempre lo è, di modificare il gioco affinché non avvengano eliminazioni.


Voi come la pensate? Avete toccato con mano questa difficoltà? Eliminazione sì o no?