Beh, ormai ci siamo...e la stanchezza unita a una certa agitazione si fa sentire. Non riuscirò certamente a pubblicare altri post prima del trasloco, il prossimo quindi partirà dalla postazione computer della mia prossima vecchia-nuova casa.
E visto che per me è tempo di saluti, ho pensato di dedicare questo post al mio bilo, a quel nido che a giorni lascerò. Perché io il mio appartamentino l'ho amato tanto ed è stato un amore a prima vista. L'ho amato anche se era piccolo e labirintico, senza terrazzo e con una non troppo allettante "vista muri".
L'ho anche odiato però...ho iniziato ad odiarlo quando man mano che passavano gli anni ha cominciato a riempirsi (mea culpa!) sempre di più. Perché, diciamolo, oltre ad essere una persona leggermente accumulatrice anche se ora lo sono assai meno, non sono neanche propriamente ordinata... O meglio, lo sarei in teoria perché l'ordine mi piace, ma nella pratica, poco dopo aver messo a posto, ecco che di nuovo la confusione si riprende i suoi spazi e come ben sapete, la confusione di spazio se ne prende moltissimo! In più i miei hobby in questi due decenni abbondanti sono andati via via moltiplicandosi e di conseguenza i miei armadi, le librerie, i cestoni si sono riempiti di tantissime cose e materiali di tutti i tipi. Zeppi fino a scoppiare, un po' come quelli della Pina in "Fantozzi contro tutti".
L'ho anche odiato quando aprendo le finestre al mattino non riuscivo a capire bene che tempo facesse, dato il misero ritaglio di cielo che vedevo lassù in alto, e mi è capitato di uscire con l'ombrello quando il cielo invece era solamente un po' bigio. O il contrario. Per non parlare di quando iniziava a nevicare, difficilmente me ne accorgevo subito, se non che per diversi anni venivo avvertita dalla telefonata di mio babbo che per questo evento meteorologico aveva mantenuto lo stupore entusiasta di un bambino 💙
A parte però qualche lungo e ciclico momento di insofferenza acuta per questa mia piccola caotica abitazione, io mi ci sono sentita come dentro a un guanto. E'...forse dovrei dire era, accogliente come una culla, come una tana, come un nido.
una casa accogliente come un nido |
Accogliente sì...è questo l'aggettivo più usato da chi ha varcato la porta del mio bilo.
Un appartamento super colorato, poco fronzoloso ma di sicuro non in stile minimalista, che mischia il moderno-ma-non-troppo con l'antico-ma-non-troppo più un pizzico di etnico, costellato da tanti oggetti artigianali fatti da me o acquistati qua e là, quasi un bazar con quei tappeti alle pareti e tutte quelle cose esposte!
Allora volete accompagnarmi a fare l'ultimo giro nella mia casa e a salutarla prima che si...dissolva? Non impiegheremo troppo tempo, in pochi passi la si percorre tutta.
Vi mostrerò qualche scorcio e alcuni angolini: ogni oggetto, ogni scaffale, ogni rivestimento è stato scelto da me con cura, inoltre qualche mobiletto me l'ero portato dietro dalla casa dei miei e presto tornerà là. In mezzo talvolta comparirò anch'io, più o meno attempata, oltre ad alcune mie e nostre creazioni, sarà quindi l'occasione per fare anche un veloce ripasso ;-)
Ah, ma il tour è già iniziato...sì, forse non sarà la stanza che nella realtà si mostrerebbe per prima però qui è un altro conto. Allora... e bagno sia!
Bagnetto tutto bianco e in alto decorazione tipo scacchiera nei miei due colori non colori preferiti...beh, poi il resto dell'appartamento vedrete che non è altrettanto sobrio!
Altro scatto in cui oltre al motivo decorativo mi si vede allo specchio con un berrettone a righe dal sapore un po' etnico. Un divertente passatempo quello dei berretti, a cui mi sono dedicata in questi ultimi inverni, ve li farò vedere quando avrò un po' di tempo.
E un'altra ancora, scattata dopo aver fatto aiutata da Maurizio, la tinta in casa ai tempi dei primi lock-down, storia recente. Ora i miei capelli non sono più nè così lunghi, nè così lucidi, nè così scuri, dato che l'anno seguente ho scelto di lasciarli come natura crea...e la natura per ora crea "pepe e sale".
E infine... salto all'indietro, primo anno di blog e sempre io, in fondo ancora giovane attempata, con tanta voglia di fotografare le mie strampalate creazioni. Giuro che poi non ho proseguito sulla strada delle spille in cartapesta e tricotin 😄
In questa serie di scatti si vedono appesi, forse più che altro si intuiscono, due puzzle, "Rettili" e "Tre mondi" di Escher, un artista che mi intriga molto e che secondo me ben si adattavano proprio qui.
Come il bagno, anche la camera da notte è abbastanza semplice, pochi mobili, pochi colori e, se non si aprono gli armadi coi vestiti, appare pure ordinata. In mezzo alla confusione non riuscirei ad addormentarmi bene, è la mia indole ordinata che ogni tanto spunta fuori.
Una suggestiva nota etnica: sopra la testata del letto ho piazzato il grande arazzo che vedete in foto, a me piace molto. Lo comprai dopo qualche anno in cui vivevo qui da un venditore ambulante africano e ho scoperto solo adesso qualcosa di più su questo manufatto. Sempre che il mio sia originale, ma immagino di sì, dovrebbe esser stato realizzato dagli artigiani del popolo Senufo che vive in una zona dell'Africa occidentale. Il tessuto korogho viene tessuto al telaio in lunghe strisce successivamente cucite insieme fino a formare un panno su cui vengono dipinte con tinte vegetali delle figure simboliche di persone, animali o elementi naturali.
Angolino dell'arazzo + quello della testata del letto + babbucce a uncinetto che ho realizzato lo scorso anno: calde, confortevoli ed elastiche.
Stanchi? Bisogno di una pausa? E' ora di oltrepassare la porta scorrevole che dà sulla cucina e immergersi nei suoi colori e sapori...dai che vi offro un pasticcino con un caffè nelle mie allegre tazzine pastello. Beh, a dir il vero ho rimasto solo qualche tazzina a disposizione, poiché una parte di esse sono andate rotte, peccato!
Di fronte, accanto al manichino vestito con abiti vintage (vecchia foto in vista di mercatini dell'usato) c'è il mio amatissimo frigo blu ancora funzionante, ma che dovrò lasciare qui come una parte dell'arredamento. Dell'arredo cucina non potrò portarmi dietro quasi niente, poco di più di quell'appendino in ferro battuto con gli uccellini che potete scorgere là dietro! L'avevo comprato a un mercatino di antiquariato e, da quel che mi ricordo, mi avevano detto che una volta serviva per appendere i salami. Sarà così? Comunque per me è funzionale e bello per agganciarvi strofinacci e grembiuli. .
Essendo, intendo il frigo, in acciaio ci ho sempre attaccato di tutto, dai biglietti di auguri ai disegni che i bambini e le bambine mi regalavano con trasporto...errori annessi. Che teneri!
La cucina si sviluppava solo su una paretina, però ha svolto molto bene la sua funzione e ci abbiamo cucinato tante buone cosine (che dispiacere lasciare il mio forno!). Un po' ammassato, ma ci stava tutto ciò che poteva servire (avete notato che mi sto abituando a parlare al passato?) e anche di più. Nell'angolo sinistro avevo messo questo scaffalino alto e stretto in cartoncino ondulato: un po' precario, ma originale. Ha ospitato tazzone come quelle che vedete e che ora in parte non ho più.
fila di peperoncini appesi |
Un angolo puramente decorativo è questo con mensolina che ospita la mia "testa cantante" migliore ma perennemente da aggiustare, quell'orecchino casca sempre, oltre ai quadri a punto croce e a quello ancor più grande a mezzo punto. Di questi ricami in particolare ne avevo parlato qui e qui.
E' un posticino che ho sfruttato parecchio anche per fotografare cosette varie tra cui i miei amigurumi, ricordate?
coniglietta amigurumi |
Con due passi, ma proprio due di numero, si arriva sotto all'arco che la divide dalla sala (foto estiva di soli due anni fa ma ancora in "veste giovane con capelli scuri"). In questa immagine si vede il motivo, o per lo meno uno dei più importanti, che mi ha spinto inesorabilmente verso la scelta di questo appartamentino.
Ricordo che la vista di quelle arcate e di quel soffitto altissimo mi colpì tantissimo, un'emozione forte suscitata probabilmente dall'allacciarsi di ricordi passati del periodo scolastico ed anche di quelli lavorativi di allora.
In quel lontano giorno di febbraio io con un braccio ingessato accompagnata e aiutata da mio babbo mentre salivo lo scalone coperto dai cellophane guardando bene a dove mettevo i piedi, con gli operai che mi facevano largo preoccupandosi che non mi facessi male. E poi il primo impatto entrando qui, varcando una porta che ancora non c'era, schivando le impalcature...la prima immagine che conservo nel cuore.
Dopo questa parentesi, eccoci quindi entrati nella sala tuttofare: pranzo, salotto, laboratorio...una convivenza tra varie attività a volte davvero impossibile!
Uno sguardo al mio angolo preferito, adesso tristemente svuotato, è anche l'occasione per farvi vedere una fila di cornicette origami che un giorno vi presenterò meglio.
fila di cornicette da appendere |
Il pezzo forte è sempre stato a mio parere il divano rosso. La sua forma elegante, il colore acceso, i piedini bombati... appena visto in negozio, me ne ero innamorata e gli ho assegnato il posto più importante della stanza. Qui, nel 2010, era ancora di un bel rosso vivace, anche se erano già trascorsi più di dieci anni dal suo acquisto, adesso la stoffa si è molto sbiadita ed è un po' usurata. In fondo tutto si usura...anche le coccodrille.
Avete presente quando poco sopra vi parlavo di confusione? Guardate, questa è una delle mie due librerie etniche gemelle nella sua magnifica normalità caotica, e neanche al massimo della sua espressione. Eppure ci provavo a tenerla in ordine, credetemi. Dell'altra vi risparmio la vista.
Guardiamoci invece da vicino il semplice fregio intagliato, particolare che è bastato a farmele preferire ad altre viste in giro. La bambolina legnosa appesa nell'angolino è una creazione in buona parte di riciclo: abbassalingua, bastoncini del gelato, stoffe da abiti usati, passamanerie, panno, fili di lana.
bambolina legnosa con materiali di riciclo |
In secondo piano, tra le librerie, il muro con stampe antiche che riproducono insetti come le graziose cetonie e un altro tipo di insetti meno carino. In primo piano delle tortine-gioco-puntaspilli che forse avrete notato in qualche foto degli ultimi mercatini.
Non si era visto finora, ma il tavolo c'è, c'è...fatto da un artigiano su modello di quelli tradizionali romagnoli, ne intravedete un pezzettino con la prima "sognatrice" nata appunto qui sopra. .
bambolina con tecnica book folding |
Come pensate che sia mangiare sullo stesso tavolo su cui ci si dedica in
altri momenti ai propri passatempi? Eh, difficilissimo sì!
Ma ci credete che possa essere arrivata ad ingombrare il tavolo fino a questo punto? Nonostante sia stata io l'autrice di questa baraonda, stento a crederci guardando questa foto postata sul blog nel 2015!
Infine, vista panoramica sul muro in fondo, quello di fianco alla porta d'ingresso. Lo sviluppo in altezza delle pareti ha fatto sì che abbia potuto appendere varie cose, come i miei ricami a mezzo punto e i nostri MA.NI. tappeti a quattro mani. Di queste creazioni ne ho parlato ampiamente nella mostra on-line di qualche tempo fa organizzata dalla pittrice Carla Colombo. Se volete visitarla, cercatela sulla barra laterale del mio blog e cliccate.
E poi...basta su, fermiamoci qui con gli scorci che non vorrei mi scendesse una lacrimuccia e non di certo da coccodrillo. (in foto bambolina abayomi di cui vi parlerò...in seguito)
bambolina Abayomi in stoffa realizzata coi nodi |
Spero di non avervi annoiato con quest'ondata di parole e immagini o intristito con questo post anticipatamente nostalgico, ora in un salto mi trasferisco nell'altra casa...oplà!