martedì 31 ottobre 2023

scorci in dissolvenza...

Beh, ormai ci siamo...e la stanchezza unita a una certa agitazione si fa sentire. Non riuscirò certamente a pubblicare altri post prima del trasloco, il prossimo quindi partirà dalla postazione computer della mia prossima vecchia-nuova casa.

E visto che per me è tempo di saluti, ho pensato di dedicare questo post al mio bilo, a quel nido che a giorni lascerò. Perché io il mio appartamentino l'ho amato tanto ed è stato un amore a prima vista. L'ho amato anche se era piccolo e labirintico, senza terrazzo e con una non troppo allettante "vista muri". 

L'ho anche odiato però...ho iniziato ad odiarlo quando man mano che passavano gli anni ha cominciato a riempirsi (mea culpa!) sempre di più. Perché, diciamolo, oltre ad essere una persona leggermente accumulatrice anche se ora lo sono assai meno, non sono neanche propriamente ordinata... O meglio, lo sarei in teoria perché l'ordine mi piace, ma nella pratica, poco dopo aver messo a posto, ecco che di nuovo la confusione si riprende i suoi spazi e come ben sapete, la confusione di spazio se ne prende moltissimo! In più i miei hobby in questi due decenni abbondanti sono andati via via moltiplicandosi e di conseguenza i miei armadi, le librerie, i cestoni si sono riempiti di tantissime cose e materiali di tutti i tipi. Zeppi fino a scoppiare, un po' come quelli della Pina in "Fantozzi contro tutti". 

L'ho anche odiato quando aprendo le finestre al mattino non riuscivo a capire bene che tempo facesse, dato il misero ritaglio di cielo che vedevo lassù in alto, e mi è capitato di uscire con l'ombrello quando il cielo invece era solamente un po' bigio. O il contrario. Per non parlare di quando iniziava a nevicare, difficilmente me ne accorgevo subito, se non che per diversi anni venivo avvertita dalla telefonata di mio babbo che per questo evento meteorologico aveva mantenuto lo stupore entusiasta di un bambino 💙

A parte però qualche lungo e ciclico momento di insofferenza acuta per questa mia piccola caotica abitazione, io mi ci sono sentita come dentro a un guanto. E'...forse dovrei dire era, accogliente come una culla, come una tana, come un nido. 

 

una casa accogliente come un nido
 

Accogliente sì...è questo l'aggettivo più usato da chi ha varcato la porta del mio bilo. 

Un appartamento super colorato, poco fronzoloso ma di sicuro non in stile minimalista, che mischia il moderno-ma-non-troppo con l'antico-ma-non-troppo più un pizzico di etnico, costellato da tanti oggetti artigianali fatti da me o acquistati qua e là, quasi un bazar con quei tappeti alle pareti e tutte quelle cose esposte!

Allora volete accompagnarmi a fare l'ultimo giro nella mia casa e a salutarla prima che si...dissolva?  Non impiegheremo troppo tempo, in pochi passi la si percorre tutta.



Vi mostrerò qualche scorcio e alcuni angolini: ogni oggetto, ogni scaffale, ogni rivestimento è stato scelto da me con cura, inoltre qualche mobiletto me l'ero portato dietro dalla casa dei miei e presto tornerà là. In mezzo talvolta comparirò anch'io, più o meno attempata, oltre ad alcune mie e nostre creazioni, sarà quindi l'occasione per fare anche un veloce ripasso ;-) 

Ah, ma il tour è già iniziato...sì, forse non sarà la stanza che nella realtà si mostrerebbe per prima però qui è un altro conto. Allora... e bagno sia! 

Bagnetto tutto bianco e in alto decorazione tipo scacchiera nei miei due colori non colori preferiti...beh, poi il resto dell'appartamento vedrete che non è altrettanto sobrio!



Altro scatto in cui oltre al motivo decorativo mi si vede allo specchio con un berrettone a righe dal sapore un po' etnico. Un divertente passatempo quello dei berretti, a cui mi sono dedicata in questi ultimi inverni, ve li farò vedere quando avrò un po' di tempo.



E un'altra ancora, scattata dopo aver fatto aiutata da Maurizio, la tinta in casa ai tempi dei primi lock-down, storia recente. Ora i miei capelli non sono più nè così lunghi, nè così lucidi, nè così scuri, dato che l'anno seguente ho scelto di lasciarli come natura crea...e la natura per ora crea "pepe e sale".

E infine... salto all'indietro, primo anno di blog e sempre io, in fondo ancora giovane attempata, con tanta voglia di fotografare le mie strampalate creazioni. Giuro che poi non ho proseguito sulla strada delle spille in cartapesta e tricotin 😄

In questa serie di scatti si vedono appesi, forse più che altro si intuiscono, due puzzle, "Rettili" e "Tre mondi" di Escher, un artista che mi intriga molto e che secondo me ben si adattavano proprio qui. 

 


Come il bagno, anche la camera da notte è abbastanza semplice, pochi mobili, pochi colori e, se non si aprono gli armadi coi vestiti, appare pure ordinata. In mezzo alla confusione non riuscirei ad addormentarmi bene, è la mia indole ordinata che ogni tanto spunta fuori. 

Una suggestiva nota etnica: sopra la testata del letto ho piazzato il grande arazzo che vedete in foto, a me piace molto. Lo comprai dopo qualche anno in cui vivevo qui da un venditore ambulante africano e ho scoperto solo adesso qualcosa di più su questo manufatto. Sempre che il mio sia originale, ma immagino di sì, dovrebbe esser stato realizzato dagli artigiani del popolo Senufo che vive in una zona dell'Africa occidentale. Il tessuto korogho viene tessuto al telaio in lunghe strisce successivamente cucite insieme fino a formare un panno su cui vengono dipinte con tinte vegetali delle figure simboliche di persone, animali o elementi naturali. 


 

Angolino dell'arazzo + quello della testata del letto + babbucce a uncinetto che ho realizzato lo scorso anno: calde, confortevoli ed elastiche. 


 

Stanchi? Bisogno di una pausa? E' ora di oltrepassare la porta scorrevole che dà sulla cucina e immergersi nei suoi colori e sapori...dai che vi offro un pasticcino con un caffè nelle mie allegre tazzine pastello. Beh, a dir il vero ho rimasto solo qualche tazzina a disposizione, poiché una parte di esse sono andate rotte, peccato!     

 

 

Di fronte, accanto al manichino vestito con abiti vintage (vecchia foto in vista di mercatini dell'usato)  c'è il mio amatissimo frigo blu ancora funzionante, ma che dovrò lasciare qui come una parte dell'arredamento. Dell'arredo cucina non potrò portarmi dietro quasi niente, poco di più di quell'appendino in ferro battuto con gli uccellini che potete scorgere là dietro! L'avevo comprato a un mercatino di antiquariato e, da quel che mi ricordo, mi avevano detto che una volta serviva per appendere i salami. Sarà così? Comunque per me è funzionale e bello per agganciarvi strofinacci e grembiuli. .


 

Essendo, intendo il frigo, in acciaio ci ho sempre attaccato di tutto, dai biglietti di auguri ai disegni che i bambini e le bambine mi regalavano con trasporto...errori annessi. Che teneri!

 


La cucina si sviluppava solo su una paretina, però ha svolto molto bene la sua funzione e ci abbiamo cucinato tante buone cosine (che dispiacere lasciare il mio forno!). Un po' ammassato, ma ci stava tutto ciò che poteva servire (avete notato che mi sto abituando a parlare al passato?) e anche di più. Nell'angolo sinistro avevo messo questo scaffalino alto e stretto in cartoncino ondulato: un po' precario, ma originale. Ha ospitato tazzone come quelle che vedete e che ora in parte non ho più.   

 

fila di peperoncini appesi

 

Un angolo puramente decorativo è questo con mensolina che ospita la mia "testa cantante" migliore ma perennemente da aggiustare, quell'orecchino casca sempre, oltre ai quadri a punto croce e a quello ancor più grande a mezzo punto. Di questi ricami in particolare ne avevo parlato qui e qui.


 

E' un posticino che ho sfruttato parecchio anche per fotografare cosette varie tra cui i miei amigurumi, ricordate?


coniglietta amigurumi


Con due passi, ma proprio due di numero, si arriva sotto all'arco che la divide dalla sala (foto estiva di soli due anni fa ma ancora in "veste giovane con capelli scuri"). In questa immagine si vede il motivo, o per lo meno uno dei più importanti, che mi ha spinto inesorabilmente verso la scelta di questo appartamentino.

Ricordo che la vista di quelle arcate e di quel soffitto altissimo mi colpì tantissimo, un'emozione forte suscitata probabilmente dall'allacciarsi di ricordi passati del periodo scolastico ed anche di quelli lavorativi di allora. 

In quel lontano giorno di febbraio io con un braccio ingessato accompagnata e aiutata da mio babbo mentre salivo lo scalone coperto dai cellophane guardando bene a dove mettevo i piedi, con gli operai che mi facevano largo preoccupandosi che non mi facessi male. E poi il primo impatto entrando qui, varcando una porta che ancora non c'era, schivando le impalcature...la prima immagine che conservo nel cuore.


 

Dopo questa parentesi, eccoci quindi entrati nella sala tuttofare: pranzo, salotto, laboratorio...una convivenza tra varie attività a volte davvero impossibile! 

Uno sguardo al mio angolo preferito, adesso tristemente svuotato, è anche l'occasione per farvi vedere una fila di cornicette origami che un giorno vi presenterò meglio.


fila di cornicette da appendere

 

Il pezzo forte è sempre stato a mio parere il divano rosso. La sua forma elegante, il colore acceso, i piedini bombati... appena visto in negozio, me ne ero innamorata e gli ho assegnato il posto più importante della stanza. Qui, nel 2010, era ancora di un bel rosso vivace, anche se erano già trascorsi più di dieci anni dal suo acquisto, adesso la stoffa si è molto sbiadita ed è un po' usurata. In fondo tutto si usura...anche le coccodrille.



Avete presente quando poco sopra vi parlavo di confusione? Guardate, questa è una delle mie due librerie etniche gemelle nella sua magnifica normalità caotica, e neanche al massimo della sua espressione. Eppure ci provavo a tenerla in ordine, credetemi. Dell'altra vi risparmio la vista.

 


 

Guardiamoci invece da vicino il semplice fregio intagliato, particolare che è bastato a farmele preferire ad altre viste in giro. La bambolina legnosa appesa nell'angolino è una creazione in buona parte di riciclo: abbassalingua, bastoncini del gelato, stoffe da abiti usati, passamanerie, panno, fili di lana.

 

bambolina legnosa con materiali di riciclo

 

In secondo piano, tra le librerie, il muro con stampe antiche che riproducono insetti come le graziose cetonie e un altro tipo di insetti meno carino. In primo piano delle tortine-gioco-puntaspilli che forse avrete notato in qualche foto degli ultimi mercatini.

 


 

Non si era visto finora, ma il tavolo c'è, c'è...fatto da un artigiano su modello di quelli tradizionali romagnoli, ne intravedete un pezzettino con la prima "sognatrice" nata appunto qui sopra.  .


bambolina con tecnica book folding

Come pensate che sia mangiare sullo stesso tavolo su cui ci si dedica in altri momenti ai propri passatempi? Eh, difficilissimo sì!

Ma ci credete che possa essere arrivata ad ingombrare il tavolo fino a questo punto? Nonostante sia stata io l'autrice di questa baraonda, stento a crederci guardando questa foto postata sul blog nel 2015!

 

 

Infine, vista panoramica sul muro in fondo, quello di fianco alla porta d'ingresso. Lo sviluppo in altezza delle pareti ha fatto sì che abbia potuto appendere varie cose, come i miei ricami a mezzo punto e i nostri MA.NI. tappeti a quattro mani. Di queste creazioni ne ho parlato ampiamente nella mostra on-line di qualche tempo fa organizzata dalla pittrice Carla Colombo. Se volete visitarla, cercatela sulla barra laterale del mio blog e cliccate. 



E poi...basta su, fermiamoci qui con gli scorci che non vorrei mi scendesse una lacrimuccia e non di certo da coccodrillo. (in foto bambolina abayomi di cui vi parlerò...in seguito)


bambolina Abayomi in stoffa realizzata coi nodi


Spero di non avervi annoiato con quest'ondata di parole e immagini o intristito con questo post anticipatamente nostalgico, ora in un salto mi trasferisco nell'altra casa...oplà!

giovedì 19 ottobre 2023

ritrovamenti (il giornalino di classe delle medie)

Si accelerano i lavori in vista della data fatidica! Armadi e armadietti in buona parte svuotati e mentre si svuotano si possono ritrovare queste chicche...

 

Il mini CARLINO dalle 8 alle 13 

 

Ha attraversato qualche trasloco questo libriccino, ma non mi sono mai sognata di buttarlo! E' ormai un reperto storico, non solo perchè risale ai tempi sempre più lontani delle mie (allora chiamate) Medie, ma anche perchè è un esempio di stampa col ciclostile...l'antenato della fotocopiatrice. Immagino che molti di voi non sappiano, per età, di cosa stia parlando, così vi mando qui, su Wikipedia, per leggere la sua storia e per vedere come funzionava questo marchingegno a manovella. Ho trovato su Facebook anche questo post (spero non dispiaccia all'autore se metto il link) di Alfredo Tamisari in cui lui racconta la sua esperienza di maestro negli anni settanta. Lo scrittore fa una descrizione molto particolareggiata dell'uso del ciclostile in classe e tra l'altro cita un motto, un antico detto cinese, che condivido totalmente e che ha senza dubbio indirizzato anche la mia attività lavorativa: se sento dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco.  

E a proposito del "fare", io me lo ricordo quando in classe abbiamo stampato il nostro giornalino. Sono flash un po' sbiaditi, ma ricordo che quella mattina, o quelle mattine, il protagonista assoluto fu il ciclostile e noi tutti attorno incantati a guardare e a partecipare in prima persona al magico processo della stampa.  

C'era in noi l'emozione, tanta, di creare qualcosa di unico. Qualcosa che aveva richiesto impegno, tempo e fatica, ma che ora vedeva finalmente la luce! 

Per quanto i miei anni delle (allora chiamate) Elementari fossero stati così rigidi, rivolti al passato, costretti in una disciplina quasi militaresca, i tre delle Medie si erano rivelati per me uno spiraglio verso il futuro, un fermento di esperienze nuove tra cui quelle dei lavori di gruppo.  

E questo giornalino ne è stato la prova più eclatante.

Certo ora ha perso molto del suo smalto: i colori si sono alquanto sbiaditi e per pubblicare queste immagini le ho dovute contrastare parecchio. In più alcune pagine risultano ormai quasi illeggibili e non posso mostrarvele. 

 

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In ogni modo vi farò vedere ciò che ancora bene o male si riesce a individuare. Inizio col mostrarvi la copertina. Vedete? Con sole 50 lire potevate comprarlo! Beh, credo che la cifra sia stata scritta per renderlo più veritiero, dubito ne siano state tirate così tante copie da poterle vendere in ambito scolastico...ma in questo senso anche i miei ricordi sono sbiaditi.


 

Già dalla simpatica prima pagina, potete gustare i disegni della mia amica Alessandra, scelta per illustrare l'intero giornalino. Già da allora evidenziava il suo talento di cui, dacché mi ricordo, era dotata fin dalla nascita...bravissima, vero? Per tanti anni anche lei ha avuto un blog e le nostre comuni amicizie virtuali di una volta avranno capito subito di chi sto parlando. Se qualcuno di voi è su Instagram, potrà ora seguirla qui.

Questo articoletto era stato scritto da noi due più altre due amiche e compagne di classe. Un articolo leggero, sulla moda di quel periodo...teneramente datato. Eh, certo i pantaloni alla zuava e alla gaucho non si può dire siano proprio l'ultima tendenza ai nostri giorni, o forse hanno solo cambiato nome, ma le righe, quelle non tramontano mai, siete d'accordo?


 

Ognuno di noi studenti aveva partecipato al progetto con uno o più articoli scritti per conto proprio o aggregandosi ad altri compagni. I temi erano i più svariati come ogni giornale che si rispetti e ora ne vedremo qualcuno.

Oltre alla moda, poteva forse mancare la rubrica dedicata all'oroscopo? E infatti c'era,



così come non mancava una pagina più impegnata dedicata alle nostre poesie.



Nell'angolo del relax ci si poteva invece divertire leggendo barzellette e cimentandosi in giochi come gli anagrammi.


 

Inoltre nel nostro "mini carlino" trovavano spazio anche articoli su argomenti di attualità come la conquista della luna e la guerra in Medio Oriente, tema drammaticamente attuale anche ai giorni nostri. Erano presenti pure pagine sul calcio o dedicate alla musica classica.

Chiudo questa breve carrellata di immagini tratte dal mio giornalino scolastico mostrandovi la pagina finale: la spiritosa ballata della scuola e la presentazione dei nostri professori


 

in un'inedita veste caricaturale. 


 

E' curioso notare come nel nostro giornalino comparissero articoli scritti o dalle femmine o dai maschi, segno che sia per interessi diversi che per altre ragioni, ci si incontrava solo con quelli dello stesso sesso, nessun gruppo di lavoro misto.

Ora si cerca invece di favorire un maggiore scambio incentivando la comunicazione, la collaborazione tra tutti quanti gli studenti di una classe al di là di quelle simpatie personali che porterebbero a ricreare i soliti gruppetti o ad escludere alcune persone.  

A parte queste considerazioni, questo nostro giornalino è stata un'esperienza bellissima e innovativa e ringrazio col pensiero i nostri professori che allora ci fecero da guida in questa fantastica avventura.


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Beh, lo vedete, continuo ad essere nulla-presente nei vostri blog, solo una sbirciata ogni tanto, spero di riprendere i miei normali ritmi da blogger una volta trasferita (e ripristinata la linea telefonica). 

Per ora un abbraccio, miei cari lettori e lettrici! 

giovedì 5 ottobre 2023

FIABE SONORE vecchie e "nuove"

Buongiorno a tutti, amiche e amici della blogosfera e non solo, oggi ho deciso di pubblicare questo post che giace tra le mie bozze da prima delle vacanze...eh, sì.

Lo pubblico anche se sto constatando che in questo periodo riesco sì a rispondere ai vostri commenti qui sulle mie pagine, ma solo saltuariamente posso passare a trovarvi nei vostri blog ricambiando le vostre gradite visite e la cosa mi dispiace.

Nell'amicizia, anche virtuale, io credo molto nello scambio, non dico lineare, rigoroso, ognuno ha i suoi ritmi e fa bene ad assecondarli, ma lo scambio per me è importante per mantenere vivo un rapporto. Quando sono tornata ad abitare in questa mia casetta virtuale, alla fine di febbraio di quest'anno, l'ho fatto con questa intenzione e ho cercato infatti di ricrearmi un giro di amicizie. Quindi grazie a tutti, vecchi e nuovi amici, per esserci!

Dicevo che per me è importante ricambiare, ma dato che sono un po' lenta, mi richiede tempo leggere i vostri post (ahimè la vista) e ancor più tempo lasciarvi un commento (scrivo sulla tastiera con un dito!). E' un tempo che normalmente amo prendermi comunque: le cose mi piace farle bene, non in fretta, tanto per fare. Ci tengo a mantenere rapporti piacevoli, stimolanti, che mi arricchiscono e mi auguro che la cosa sia reciproca 💖

Ah, ma non vi ho ancora spiegato il motivo per cui in questo periodo non riesco a seguire il mio blog e i vostri come vorrei...già poi lo immaginerete: sono presa dal trasloco imminente nella pratica e non da meno nei miei pensieri. Rispetto alla situazione descritta nelle prime righe del post, adesso posso dire che i lavori di sistemazione per forza di cose sono avanzati, eppure c'è ancora tanto da fare!

 

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E via...libero un altro angolo della mia casa. Che tristezza però...arrivata al dunque, al momento in cui cioè non mi posso più trastullare portando solo qualche sporta ogni tanto nell'altra casa, ma DEVO sgomberare in modo più massiccio, la visione dei piani svuotati delle librerie mi afferra come un nodo alla gola. La selezione che dovrei necessariamente fare, prima di sistemare gli oggetti negli scatoloni, scalfisce appena la grande mole di roba. Sì, perchè ogniqualvolta passa qualcosa dalle mie mani alla fine penso "Ma sì, questo lo tengo, è un ricordo...al limite lo butterò quando sarò di là". Ecco, questa è la frase tipica di cui bisognerebbe liberarsi subito, un bel repulisti anche nei ricordi, altrimenti non ci salviamo mica!

 

Una collezione, diciamo una mini collezione, che però non ho assolutamente intenzione di buttare e che vorrei mostrarvi prima di riporla al buio degli scatoloni cosicchè nei prossimi mesi me la posso rimirare ancora sul mio blog, è questa. La intravedete là, dietro al doppio cuore a spicchi?

 


 

le mie FIABE SONORE

 

 "A mille ce n'è
nel mio cuore di fiabe da narrar.
Venite con me
nel mio mondo fatato per sognar…
Non serve l'ombrello,
il cappottino rosso o la cartella bella
per venire con me…
Basta un po' di fantasia e di bontà.". 

 

 


 

 

E' composta da diciannove fiabe la mia piccola collezione di Fiabe Sonore della Fratelli Fabbri Editori. Piuttosto piccola se si pensa che i fascicoli della prima edizione erano una sessantina! Qualcuno negli anni è sicuramente andato perso o buttato via perchè rovinato, oppure sarà stato regalato, non saprei, fatto sta che altrimenti non si spiegano queste piccole tracce della loro passata esistenza...

 

 


 

La mia collezione si può dividere ulteriormente in due gruppi corrispondenti a due periodi precisi: il 1966/'70  e il 2007.

Ma partiamo da quella decisamente più consistente di cui possiedo sedici album. Fa parte della prima edizione, quella storica del '66.

 

 le prime fiabe sonore

 

 Album illustrato più 45 giri su cui era incisa la fiaba. Dico poco?

 


 

Considerando anche il periodo in cui sono uscite, dico tantissimo! C'era racchiuso un mondo intero, un mondo fantastico che ti catturava totalmente con immagini, parole, voci, musica e canzoni. E ti catturava per il motivo che la proposta era di grande qualità e curata fin nei particolari. 

Ci diamo un'occhiata più da vicino, siete d'accordo? Grandi pagine patinate e bellissime illustrazioni di bravi disegnatori, ognuno col proprio stile e tutti ugualmente validi. Pikka, Lima, Piero Cattaneo, Sergio (Romano Rizzato), Una (Ugo Fontana), Ferri e altri ancora. 


Disegni di grande impatto, ricchi di particolari, realistici quel tanto da farti impressionare al momento giusto (come ad esempio il drago fiammeggiante qui sotto)

 



oppure eterei, delicati, con un'atmosfera rarefatta che ti faceva sentire come in un quadro.

 

 

Tutti questi magnifici disegni in grande formato ti conducevano a piè pari dentro la magia della fiaba.

E vogliamo poi parlare della narrazione? Se non ci fosse stata la voce avvolgente del cantafiabe Silverio Pisu, sceneggiatore e narratore, oltre alla presenza di altri attori professionisti non sarebbe stato certo la stessa cosa.

Musiche e canzoni erano del grande Vittorio Paltrinieri che ha contribuito quanto gli altri al successo di queste pubblicazioni. E per me che dalla musica venivo letteralmente rapita, queste fiabe non sarebbero state così calamitanti senza quelle canzoncine!

Sapete che tante le ricordo ancora? Come quelle della casa nella foresta cantata dagli animali, quella delle fate nella bella addormentata nel bosco ma anche "  ♪ Son Budur principessa della Cina e tra poco ne diventerò regina...♪" Quante volte le ho cantate seguendone il testo sull'album e in seguito imparandole a memoria!

L'indimenticabile sigla iniziale e finale, che ogni bambina o bambino sapeva a menadito, era cantata dal Quartetto Radar.



Le fiabe erano di diversi autori, autori come Perrault, i Grimm, Andersen ecc... Alcune erano famosissime, altre decisamente meno conosciute e proprio per quello stuzzicavano la curiosità. 

Sì, posso dire che mi piacessero quasi tutte, ma ho avuto naturalmente le mie Fiabe Sonore preferite Ai primi posti ci stava senz'altro  La principessa incantata, una fiaba che non conoscevo e che mi aveva immediatamente conquistato,

 


 e poi...come non subire il fascino delle bellissime fate della classica fiaba La bella addormentata nel bosco con i loro fantasiosi cappelli e la lunga canzone a cui accennavo?

 


 

E I tre nanetti del bosco qualcuno di voi la conosceva? Io no, nel senso che prima di allora non l'avevo mai letta, ma mi è rimasta poi impressa nella memoria soprattutto per l'infida e comica suo malgrado personaggio di Amarona.

 


le fiabe sonore del 2007      

 

Erano trascorsi ormai tanti anni dalle prime assaporate nell'infanzia e i tempi erano decisamente cambiati. Tramontati i dischi, le fiabe sonore sono state al passo proponendo l'immancabile fiaba, ma corredata da un CD anzichè dal 45 giri.  Vedete?

 


 

Di questi fascicoli ne possiedo decisamente pochi, forse acquistati in un moto nostalgico, probabilmente subito rientrato come è normale che sia. Sono solo questi tre infatti i miei album più recenti.   



La veste grafica della copertina si era un po' rinnovata, ma la sostanza di queste fiabe sonore era rimasta quella di un tempo. Spero che i bambini degli anni duemila le abbiano potute apprezzare nonostante l'avvento dei computer e di stimoli visivi diversi e numerosi.

 

 

Ora invece, che da tempo internet è entrato prepotentemente nella nostra vita, potete trovarle anche su Youtube. Beh, mi sembra una gran bella cosa per adulti nostalgici e bambini curiosi...


"Finisce così
questa favola breve e se ne va ...
Il disco fa click
e, vedrete, fra un po' si fermerà.
Ma aspettate, e un altro ne avrete.
“C'era una volta ...” il cantafiabe dirà
e un'altra favola comincerà!". 

 


 

aggiornamento

 

Voglio aggiornare il mio post segnalandovi un link di un interessante articolo su queste fiabe.  Qui potrete leggere infatti informazioni più particolareggiate sulle persone che hanno contribuito a realizzare questo progetto, oltre all'elenco di tutti gli album pubblicati. Molto interessante, secondo me, la storia cronologica delle FIABE SONORE dal punto di vista delle ripetute pubblicazioni che si sono succedute e dei diversi supporti musicali utilizzati per stare al passo coi tempi, come poi è emerso anche dai vostri commenti. 

 Un saluto a tutti, mi rimetto dietro al pre-trasloco!