lunedì 20 novembre 2023

il post trasloco

Care amiche e amici, come state? Spero bene, io mi affaccio giusto un momento al mio blog per rassicurarvi che sono sopravvissuta al trasloco! E sarebbe una bella notizia se non fosse che il "dopo" da alcuni punti di vista è ancora peggio...ah, ma non vorrei spaventare chi è in procinto di trasferimenti :-D

Come vedete sono ancora attorniata da tanti scatoloni da disfare

 

 

 ...nonché da nuovi scatoloni in via di riempimento! Sì, perché mi sono resa conto che, nonostante questa casa sia decisamente grande, le mie cose sommate alle tante che già c'erano, non ci sarebbero assolutamente state. Così, con animo non proprio sereno, mi sono messa dietro ad ulteriori selezioni (ma quanti mesi sono che sto selezionando roba su roba?!) e a stipare stoviglie, utensili e piccoli elettrodomestici che non ci servono dentro alle scatole. 

Esercizio tutt'altro che scorrevole, perchè se scegliere ad esempio tra due, tre batticarne quale possa essere teoricamente il migliore o tra quattro spremiagrumi quale il più funzionale può farmi piombare nell'indecisione, le cose si complicano ancor di più quando si tratta di oggetti a cui sono maggiormente legata, come questa zuccheriera non particolarmente bella e pure un po' scorticata, ma che per me è un tutt'uno con questa casa.

 

 

Per non parlare di oggetti che risvegliano in me ricordi ancor più vecchi, legati cioè alla prima di casa, quella in cui sono nata e dove ho trascorso l'infanzia e parte della gioventù. Come questi porta-spezie...diciamo anni '70 o prima?...che farne? Con tutti i tipi di spezie che usiamo abitualmente, quattro barattolini sono proprio insufficienti.

 


 

Ammetto di essere molto stanca in questo periodo, certo va un po' meglio rispetto allo sfinimento dei primi momenti, ma non passa giorno che non abbia una bella lista di cose da fare in programma. Assorbita quasi totalmente dal post trasloco, non posso certo dedicarmi ai miei passatempi e a parte che ancora non ho idea, nonostante avessi scritto sugli scatoloni il loro contenuto, dove siano finiti alcuni materiali hobbistici, quello che dovrebbe essere il mio futuro laboratorio (ricavato alla bell'e meglio dalla camerina di me ragazzina, residuo della prima casa) annega ancora nella confusione, come del resto tanti altri spazi! 

 


 

Devo dire però che in questo momento dei miei cari e soliti passatempi non ne ho assolutamente nostalgia, poiché la mia creatività si è incanalata tutta nel rendere più accogliente, più "casa" il posto dove ora abito. 

Quindi sì, mi sto ingegnando per migliorare e personalizzare gli ambienti, non solo a riordinarli e il ruolo di arredatrice in erba mi appassiona. 

Un esempio? Le mie librerie gemelle, che poi ho scoperto essere assai diverse tra loro come misure, in questo salotto mi davano l'idea di essere troppo cupe e incombenti, cosa che non succedeva affatto nel mio ex bilo. Allora, su consiglio, ho deciso di rischiararle un po' rivestendo il pannello di fondo con della carta a fantasia. Avrò fatto bene? Mah, non so, coi libri sui ripiani il colpo d'occhio mi sembra un pochino confuso, comunque ve le farò vedere a riempimento ultimato così mi darete il vostro parere.


 

Oltre al lavoro di rinnovamento delle librerie, c'è stato quello di ravvivamento del divano che come vi ho detto era assai sbiadito. L'ho quindi tinto in lavatrice con i colori per stoffa della Coloreria e non è venuto male, lo vedete qui sotto in foto. Ad operazione fatta, credo che avrei dovuto osare di più aumentando la quantità di colore, ma per adesso mi accontento. A ri-ravvivarlo ci penserò più avanti, quando dovrò escogitare anche una soluzione soddisfacente per la parte di stoffa lisa della seduta. Avete suggerimenti al proposito?

 


 E poi...sì sì, ho tinto anche le tende! Ma mica con le tinture naturali fai da te con cui mi ero infervorata quest'estate (ricordate il post?), no quel progetto è andato miseramente a monte, perché mi sono resa conto che armeggiare con pentoloni, bucce di cipolla o bustine di té non sarebbe stato fattibile per questioni di tempo e scomodità. Così mi sono convertita pure in questo caso alla Coloreria e mettendo in lavatrice solo la metà del barattolo del verde foresta, è venuto fuori questo colorino. Devo ancora stirarle e appenderle...ci staranno bene in salotto? Me lo auguro proprio.  

 


Altro lavoretto-lavorone ancora da iniziare, è questo armadietto a due ante che proverò a dipingere di verde salvia con la vernice a gesso, quella facile da utilizzare per capirci. Speriamo che mi riesca bene, finora con questo tipo di vernici (ma di marca diversa) ho realizzato solo oggetti più piccoli.



 

Per fortuna che in questo cantiere che attualmente è la mia casa, si aprono delle oasi...spazi che ho quasi del tutto sistemato. Beh, a parte i quadri alle pareti...poi è vero che gli aggiustamenti sono continui per trovare sempre un ordine migliore. Una di queste oasi è la cucina, uno dei miei ambienti preferiti grazie alla bellissima luce che nelle mattine di sole filtra dal finestrone invadendo con delicatezza la stanza.



 In tutto questo trambusto che è stato il trasloco, mi sono sentita come dentro a un frullatore, una sensazione poco piacevole per una che come me ama i ritmi calmi. Ora, dopo due settimane, questo stato d'animo frenetico e ansioso si sta attenuando e mi sento un briciolo meno frastornata, ma la sensazione di spaesamento è ancora presente e credo ci vorrà del tempo affinché si consolidino quelle abitudini che mi daranno di nuovo la tranquillità. 

Mi capita spesso di cercare per delle mezz'ore intere oggetti che non so dove ho appoggiato e mi succede che spesso entrino in azione vecchi automatismi collegati a quando in questa casa ci abitavo e successivamente agli anni in cui qui mi fermavo tutti i giorni quando uscivo dal lavoro. Se sono soprappensiero, apro d'istinto l'armadio in cucina per cercare il grembiule o lo strofinaccio appesi dietro l'anta mentre ora li tengo vicino al lavello, oppure automaticamente cerco il sale nel pensile sulla sinistra nel posto preciso in cui mia mamma lo teneva. Cose così insomma...e pensare che nelle giornate in cui ho dovuto sistemare tutto avevo una specie di vuoto mentale al riguardo.

Accantoniamo per ora i discorsi vari sul disorientamento che in qualche modo, in situazioni come queste, penso sia fisiologico sperimentare, per lo meno per persone non più tanto giovani come noi, e seguitemi che voglio mostrarvi un altro angolino della mia "oasi cucina". E' la mensola in acciaio che avevo nell'altra casa: dopo qualche indecisione se metterla proprio in quella parete che è sempre stata occupata solo da un grande quadro, l'ho fatta montare. Non sarà l'ideale averla proprio lì in quel muro dove c'è il passaggio, ma l'ho pensata così. Stavolta su consiglio...solo di me stessa!


Le due alzatine fanno parte del servizio "buono", quello delicato in porcellana a fiorellini che si tirava fuori, quando ero bambina, per apparecchiare la tavola nelle grandi occasioni. E dato che appunto erano piatti che si usavano raramente, ricordo che aiutavo mia mamma a darvi una passatina con uno strofinaccio pulito prima di posarli sulla tovaglia ricamata. Mi piace averle lì, dove posso rimirarle.

Volete una spremuta (ho tenuto poi, oltre a mio manuale, lo spremiarance elettrico che era già qui ed è comodissimo) o preferite un té?



Io un té, ma assolutamente deteinato. A presto!