Non mi voglio dilungare sul gusto di poter fare cose, neanche eccezionali, a cui si è dovuti rinunciare per un periodo, preferisco fare due chiacchiere con voi sul film che io e Ma. abbiamo visto in un cinema che ancora fortunatamente resiste alla concorrenza delle multisala.
foto scaricata dal web |
Il film, "This must be the place", mi ha fatto ritornare in mente una delle mie favole preferite di quand'ero bambina. Sì, perchè quel Cheyenne che si scorge nell'ultima scena, era così diverso dal Cheyenne di prima, che sembrava di vedere il bambino in cui si trasforma Pinocchio nell'ultima pagina del libro. Io non ci volevo mai credere che fosse proprio lui, il burattino. Così come non potevo credere che nel finale quella rockstar un pò sciroccata potesse aver acquistato le sembianze normali di quel bell'omino di Sean Penn.
A differenza di Pinocchio che fin quasi alla sua metamorfosi ne combina di tutti i colori, il non più giovane ma neanche vecchio rocker in pensione già dall'inizio del film si mostra ravveduto della vita sregolata di un tempo e conduce un tran tran di lusso, o meglio, una vita semplice con contorno lussuoso. Per farvi capire quanto si fosse già normalizzato, vi dico che durante il suo viaggio in America, intrapreso per andare a trovare suo padre "che stava morendo di vecchiaia", si era sottratto, per fedeltà alla moglie, alle avances della ragazza col figlio grassoccio, che sicuramente l'attraeva e non solo, che beveva bibite alcool free con cannuccia, rumoreggiando solamente un pò, e che non possedeva neppure un cellulare, del tutto antitecnologico com'era.
Il personaggio di Cheyenne è stato ciò che più mi ha impressionato, senza toglier nulla agli altri bravi attori, visto che tutto il film gli girava attorno, di certo Sean come attore non si è risparmiato. Eppure ancora adesso non so se mi sia piaciuto moltissimo o il contrario... rubandogli una frase direi "qualcosa mi ha dato fastidio, non so cosa, ma mi ha dato fastidio". C'era certo qualcosa di irritante, da macchietta nel suo personaggio. Il Penn-Cheyenne era infatti una via di mezzo tra il cantante dei Cure e Ozzy Osbourne (non so se avete presente la sua allucinante sit-com) altrettanto apatico, rigido e lento nei movimenti, una micidiale conseguenza delle droghe assunte in gioventù? Un pò toccato, un pò patetico, un pò isterico, tragico e comico allo stesso tempo, una specie di Peter Pan abbarbicato alla sua vita precedente, pur avendola ripudiata con dolore. Un tenero uomo- adolescente che però alla fine, dopo essersi finalmente riconciliato col passato, diventa adulto e va incontro alla vita con un sorriso aperto, l'unico in tutto il film che non assomigli ad una smorfia.
La fotografia che soprattutto nel secondo tempo (ma anche nel primo: la scena d'apertura, quella dello skateboard non vale già un applauso?) la fa da protagonista, è magnifica, emozionante, ti rapisce grazie alle suggestive, insolite inquadrature. Si respira quell'atmosfera sospesa, rarefatta, quell'ebbrezza da grande viaggio su strada e dentro l'anima che mi ha riportato alla mente certe sequenze on the road di Wenders. I paesaggi, grazie anche alla coinvolgente colonna sonora si prendono la scena, pura bellezza in cui ci si perde e che quasi distoglie dalla trama. Mi sono persa pure adesso a dire il vero, ma la mia, perdonatemi, non voleva essere certo una recensione seria, solo qualche impressione da dopo visione buttata là alla rinfusa. Già il fatto che abbia voluto farci un post è un chiaro indizio che il film mi è piaciuto, se ancora non ne fossi proprio convinta al cento per cento... E se anche c'è stato qualche sfilacciamento, qualche scena un pò forzata di cui avrei potuto fare a meno (la ragazza col figlio grassoccio era guarda caso proprio la nipote del nazista, Cheyenne che simbolicamente fuma la sua prima sigaretta ecc...) il tutto è stato proposto dal regista con delicata poesia.
E voi l'avete visto? Questo è il trailer in caso in cui la vostra risposta sia no: fatevene un'idea guardandolo e cercate subito un cinema che lo dia ancora, se volete il mio consiglio. Ve l'ho messo in lingua originale, perchè ho scoperto che quello che mi irritava era la voce doppiata di Cheyenne.. quella di Penn secondo me è molto meglio.
E dato che in questo film c'erano anche delle bellissime musiche, vi faccio ascoltare la canzone che è poi quella del titolo: "This must be the place" dei mitici Talking Heads. Stupenda!