domenica 31 dicembre 2023

tiramisù e ricordi

Sabato scorso, di mattina, in vista della cena con amici che avevamo organizzato per la sera, ho preparato anche il tiramisù con i pavesini, un dolce che in genere piace sempre, cosa appurata in più di un'occasione. Qui in questa casa mi piace molto stare nella cucina, spaziosa e luminosa, e mi piace trafficare mentre ascolto la musica alla radio, è come se mi si appiccicassero di nuovo addosso le sensazioni piacevoli di quando cucinavo qui alcuni anni fa, quando c'erano ancora i miei.

Sarà per quello che mentre spolveravo il cacao in polvere sul dolce, ho immaginato di chiacchierare con mia mamma, come se fosse stata lì... Ti ricordi mamma quando una volta facevi il tiramisù? Lo mettevi direttamente nelle coppette di cristallo, me lo ricordo...era molto chiaro e aveva un sapore particolarmente delicato, ancor di più del mio...ci mettevi più albumi che tuorli?

...e continuo sul flusso dei miei pensieri.

Mi piaceva molto, ma ho ancora in mente il gusto forte del caffè dei savoiardi imbevuti e quello del cacao con cui ricoprivi completamente le coppette senza lasciare alcun spazio libero. Sapori che contrastavano piacevolmente con la finezza del mascarpone, ma un po' troppo amari per il mio palato di bambina, infatti spesso scavavo col cucchiaino appena sotto alla superficie del cacao per evitarlo. 



Sarà per quello che nel mio tiramisù il caffè per i biscotti, che uso decaffeinato, lo diluisco abbastanza col latte e che il cacao lo spolvero più leggero che posso, cosa peraltro per niente facile dato che tende a venir giù ad acquazzone ed accumularsi. Certo l'effetto "marmorizzato" non sarà piacevolissimo a vedersi, ma al gusto lo preferisco così. 

E voi come guarnite questo dolce, sempre che naturalmente lo facciate? 


****************

A causa della connessione a internet che in questa casa e in questi giorni è stata molto ballerina, non sono riuscita a passare da molti di voi amiche e amici come avrei voluto, ma lo farò senz'altro nel 2024. Eh sì, perché gira e frulla ormai ci siamo!

Approfitto quindi di questa insperata connessione del mio PC per pubblicare il post e per augurare a tutti, a livello individuale e mondiale, un anno fertile che faccia crescere e maturare i frutti del rispetto e della gentilezza, della libertà e della consapevolezza.

 

BUON ANNO!


giovedì 21 dicembre 2023

il Natale nella mia città

Manca pochissimo al 25 e un briciolo meno al mio compleanno ;-) quindi immergiamoci nell'atmosfera natalizia facendo un bagno di luminarie...quelle non possono mancare!

Venite con me che vi porto a fare un giro nella mia città! Ma sì, facciamoci la classica "vasca" in centro (la chiamavate così anche voi?) e soffermiamoci a guardare le luci che fanno tanto Natale. Certo degli anni le apprezzo di più (come i "lampadari" fotografati nel nostro Calendario dell'Avvento click), degli anni di meno, ma senza luminarie non sarebbe la stessa cosa, contribuiscono tantissimo secondo me a creare l'avvolgente e luccicante magia delle feste.

Stavolta, ispirata dall'affascinante video-mapping sulla facciata del Teatro Bonci 



che mi ha incantato come un vero spettacolo,


 

ho voluto giocare anch'io con luci e colori per elaborare le foto che ho scattato ieri sera e che vi sto mostrando. 

 

Ecco lassù per aria un bel pacco regalo che sembra essere stato portato direttamente dagli alieni...


 

che ne dite, saliamo a bordo del loro disco volante o proseguiamo a piedi seguendo i filari di luci per la strada? Visto che abbiamo scelto la seconda opzione, eccoci arrivati al Duomo che stasera possiamo ammirare, nel suo abito della festa, contornato da luci che gli corrono attorno come scintillanti corsie luminose.

 


 

Poco più in là, posata su una piazza, scorgiamo una gigantesca pallina luccicante che di sicuro non è da appendere sull'albero a meno che non siate dei giganti!


 

La pall-ona mi ha ispirato anche immaginarmela in bianco e nero come se fossimo dentro a un film d'epoca.



E poi, pur senza luminarie, un'occhiata incuriosita al tendone del piccolo circo gliel'ho lanciata, perché  mi ha ricordato i due che ho realizzato qualche tempo fa con i vecchi libri (qui il post per chi non li avesse visti).

Dietro si intravede quel gioiello della Biblioteca Malatestiana, lo sapevate che è stata inserita nel Registro "Memoria del mondo" dell'UNESCO?  Il mio consiglio per chi ancora non la conoscesse, è di metterla senz'altro in programma per la prossima gita culturale.


 

Lì vicino il Papa Pio VI ci dà dall'alto del Palazzo del Ridotto la sua benedizione



quindi possiamo incamminarci verso la Piazza del Popolo il fulcro della città, vivace e suggestiva

 


 

con sua maestà la Fontana Masini, bella da qualunque angolazione la si guardi, anche se ho le mie preferite.

 


Torniamo infine verso casa seguiti dallo sguardo di una graziosa ragazza affacciata al balcone...un'opera dello scultore Leonardo Lucchi.

 


Ho omesso ancora una volta il nome della mia bella città, ma stavolta vi ho dato proprio tutte le coordinate per intuirlo in modo da raggiungermi qui.  

Vi aspetterò anch'io dal terrazzino, poi vi inviterò a salire di sopra e ci faremo gli auguri...sognare si può.


Un colorato, magico, scintillante Natale a tutti voi, amiche e amici! 


lunedì 11 dicembre 2023

mobiletto verde salvia

Come vedete non solo grigio-mania, ma anche verde-mania...più precisamente una mania verde salvia!

 

 MOBILETTO VERDE SALVIA

 

Il lavorone di cui vi avevo parlato, e certo lo è stato in confronto ai due precedenti, è finalmente finito e posso dirmi soddisfatta. Anzi, direi più che soddisfatta nonostante ci siano tante imperfezioni. Essere riuscita nell'intento di dipingere, seppur in modo semplice e uniforme, un mobile di queste dimensioni, è per me una conquista!

 


Questo mobiletto faceva parte di una libreria componibile in legno grezzo acquistata molti anni fa da Ikea, perché lo spazio per libri e oggetti nel mio appartamentino non era mai sufficiente.

Nel mio ex bilo le avevo sistemate, sì come vedete erano due, vicino all'ingresso e ho sempre pensato di dipingerle dato che al naturale erano piuttosto bruttine, cosa però mai avvenuta. 

 

 


Il momento è arrivato solo adesso che ho cambiato casa.

O più precisamente, le due parti superiori aperte, coi piani a vista, le ho infilate in solaio e sono molto utili per riporvi le scarpe del cambio stagione, mentre la parte inferiore di una delle librerie, chiusa da due antine, è questa che ho dipinto di verde per usarla come credenza nel mio salotto odierno. 

Ora vi faccio vedere più da vicino il mobiletto senza starvi a spiegare il procedimento che ho seguito, ma se la cosa vi interessa, posso consigliarvi di guardare un tutorial sul sito della Vintage Paint o sulla loro pagina Facebook. Naturalmente potrete trovare altre spiegazioni presentate da siti di vernici di marche diverse, ognuno si orienta come vuole e sperimenta ciò che lo ispira di più.

 

 888888888888888888888888

 

Dunque...guardandolo un po' più da vicino, potete vedere il particolare dei pomelli: ho infatti sostituito quelli originali con questi color argento anticato. Speravo di trovarli in ceramica decorata in verde, ma poiché in ferramenta di quel tipo non ne avevano, ho scelto questi che si intonavano ugualmente.

 


Particolare numero due: come intravedete in foto, ho rivestito il fondale al suo interno, che non era in legno ma in altro materiale,  con della carta adesiva a fantasia che riprende quella delle librerie. Beh, ancora più da vicino non ve lo mostro, perché qualche magagna c'è... 



Terzo particolare a cui non ho messo mano anche se volendo avrei potuto sbizzarrirmi, sono i bei riquadri sulle ante. Come notate, si sarebbero potuti prestare a qualche guizzo della fantasia, ma ho lasciato perdere i guizzi e ho puntato sull'essenziale.

 

 

Presa dall'entusiasmo che mi ha trasmesso la riuscita della credenzina, mi è venuta voglia di dipingere pure la sua gemella, ma sto scervellandomi, credo ahimè inutilmente, su dove poterla piazzare...


Sono qui in questa casa da oltre un mese e, a parte il punto fermo del divano con le librerie etniche alle spalle, ancora non so decidermi a trovare una collocazione definitiva per gli altri mobili del salotto che ogni tanto faccio ruotare nelle pareti disponibili (poche pareti, molte finestre...) per vedere che effetto mi fanno. Il posto per questo mobiletto rinverdito però l'ho trovato immediatamente, senza indugi. 

Quella parete vicino al finestrone è perfetta, è la sua! Sì, posso dire che il mio angolo scandinavo :-D mi piace proprio (ci sta pure questo come i cavoli a merenda abbinato al resto? E pazienza!).

Ora devo solo trovare i quadri più adatti a fargli da contorno...chissà se il prescelto sarà quella cartina antica di una parte della Francia che è anche un caro ricordo.

 


 

E con le sole o quasi parole in francese di cui dispongo, vi dico:

 

AU REVOIR!

martedì 5 dicembre 2023

grigio-mania (ridipingere i mobili)

Post dicembrino di aggiornamento su come stanno andando i lavori di imbellimento, o imbruttimento a seconda dei punti di vista, della mia casa. Come già vi ho detto, parallelamente alle operazioni di sistemazione, decisamente impegnative, ho iniziato a dipingere alcuni mobili, giusto per risollevarmi lo spirito immaginando come diventeranno gli ambienti con questi nuovi inserimenti. Perché progettare per me è linfa vitale!

Non è però che io ci sappia fare particolarmente coi pennelli in mano, quindi mi limito a cose elementari, con vernici facili da usare come quelle al gesso (in questo caso ho adoperato la Vintage Paint perchè l'avevo già provata e mi trovo bene) e per ora, finchè non diventerò un po' più esperta, niente effetti speciali!

Il mobiletto di cui vi avevo parlato nel post precedente, un lavoro un po' lunghetto, è un work in progress e ci metterò ancora del tempo a finirlo, vi faccio vedere invece due progettini, questi terminati, a cui mi sono dedicata nel frattempo.

 

GRIGIO-MANIA panchetto 

 

Poco dopo aver iniziato a dipingere il panchetto in legno scuro dove tengo il citofono e la radio, pensando che grigio si sarebbe adattato meglio alla cucina, proprio al punto in cui lo vedete immortalato in foto, mi son detta "Oh nooo, ma perchè non l'ho lasciato com'era?!?" Sono stata presa insomma da un moto di pentimento e probabilmente anche voi che lo guardate ora, ma ormai il lavoro era avviato e potevo solo continuare...

 

panchetto durante la verniciatura

 

quindi dopo aver steso due mani di colore, sono intervenuta con la carta vetrata per dargli un'aria vissuta. Ecco...come mi sia venuta questa bella idea che in una cucina moderna (vecchiotta, anni '80, ma di linea moderna) ci sta come i cavoli a merenda, capisco sia difficile da capire, ma la voglia di sperimentare la tecnica del mobile invecchiato mi aveva invogliato e così ne è risultato un elemento che potrebbe andar bene più per una rustica casa di campagna...

Eccolo qua in tutta la sua scartavetratura e protetto naturalmente da una mano di cera. Eh sì, lo vedete, la cosa mi ha preso un po' la mano e l'ho scorticato perfino troppo! Rustico, rustico :-D

 


Eccolo alla luce del mattino...



 

 e nel pomeriggio. Il telefono l'ho posato lì solo per la foto, perché lo tengo sul bancone-penisola. Un giorno magari vi faccio vedere gli altri telefoni della mia minuscola collezione.



GRIGIO-MANIA carrellino

 

Oltre al panchetto, ho dato una nuova veste anche a questo carrellino. Di carrelli ne avevo uno grande e bello in acciaio, ma in questa casa purtroppo non ho trovato il posto giusto in cui sistemarlo, così dopo aver contemplato l'idea di comprarne uno nuovo, ho deciso invece di tenere quello che c'era già: piccolo, stretto e di colore rosso. 

Lo so, è un bicinino sgangherato, però fa ancora il suo dovere, porta via pochissimo spazio e in più è un ricordo. Ho solamente deciso di rinnovarlo con due mani di....indovinate un po'? Di vernice grigia.

 


 

Lavoro facile eh, ma quanta pazienza ci vuole però a colorare tutte quelle stanghette in ferro!

Qui sotto lo vedete finito e già in posizione.

 


 

Rispetto al carrello che avevo nell'appartamento di prima, in questo ci stanno davvero poche cose: patate, aglio, cipolle, tovagliolini e...

 


 

una bella zucca. L'idea sarebbe quella di farne il ripieno per i tortelloni. Vi piacciono? Dai che vi metto la mia ricetta a due mani!


venerdì 1 dicembre 2023

spaghetti al vino rosso

Vi piace il vino? Preferite il rosso o il bianco? O magari il rosé? Inizio io col dire che potrei senza troppo dispiacere rinunciarvi visto che praticamente faccio un assaggino ogni tot di tempo! Il vino che preferisco comunque è quello dolce, nella mia zona si produce l'albana e la cagnina e quei due li apprezzo molto. A scalare, mi piace il vino bianco servito fresco in estate, ma anche questo dev'essere amabile. In ultimo ci metto i rossi, ma pure questi non devono essere secchi, ruvidi, ma fini e "leggeri". E poi vi faccio una confessione: a eccezione dei vini dolci o di quelli particolarmente amabili, compio un'azione abominevole 😂 che fa inorridire chiunque ami questa bevanda alcolica cioè...lo innaffio con l'acqua!

Insomma, si è capito bene, credo, che di vino non me ne intendo proprio e che non ne nutro un amore sviscerato tanto più che da circa una decina d'anni mi provoca di frequente una strana reazione: allergia, intolleranza o quel che è, quindi devo andarci più che cauta ad assaggiarlo. Detto questo, non disdegno però le ricette che ne fanno uso dai classici risotti al gulash, dai bocconcini di pollo o pesce in padella agli....

 

spaghetti al vino rosso 


Ah, scommetto che questa ricetta non la sapevate! O sì? Io di sicuro non l'avevo mai letta da nessuna parte, non la conoscevo affatto, finché Maurizio un giorno non si è cimentato in questo strano primo piatto. A lui la ricetta l'aveva detta un amico e non si sa se l'amico se la fosse inventata o l'avesse imparata da qualche parte.

Beh, comunque inventata o no, noi l'abbiamo adottata volentieri! Se avete in dispensa una scatoletta di acciughe sott'olio o ve n'è rimasta in frigo una iniziata, del vino rosso e dell'aglio, tutte cose che si hanno abitualmente o quasi a disposizione, allora potete provarla. Non aspettatevi grandi cose, però chissà, può darsi che vi piaccia e decidiate anche voi di adottarla.

 

Ingredienti per due: spaghetti, 

quattro alici sott'olio (o più o meno, a vostro gusto), un bicchiere (o uno e mezzo) di vino rosso, uno spicchio di aglio (o 1/2...o meno anche questo a vostro gusto), olio. 

Procedimento:  

* Tritate l'aglio e fatelo imbiondire a fuoco dolce in una larga padella in cui avrete versato un po' d'olio, 

 

 


 

* subito dopo aggiungete i filetti di alici spezzettati

* e infine il vino.

* Fate quindi evaporare il vino, finché ne resta solo una pappina...non asciugate troppo, ma non lasciate neanche del liquido.    

* Scolate gli spaghetti che nel frattempo avrete fatto cuocere e versateli nella padella col sugo facendoli insaporire.

 

Tutto qui, facile e veloce, vero? Buon appetito a tutti! (lo so che non si dovrebbe dire, ma a me piace lo stesso augurarlo)

 

lunedì 20 novembre 2023

il post trasloco

Care amiche e amici, come state? Spero bene, io mi affaccio giusto un momento al mio blog per rassicurarvi che sono sopravvissuta al trasloco! E sarebbe una bella notizia se non fosse che il "dopo" da alcuni punti di vista è ancora peggio...ah, ma non vorrei spaventare chi è in procinto di trasferimenti :-D

Come vedete sono ancora attorniata da tanti scatoloni da disfare

 

 

 ...nonché da nuovi scatoloni in via di riempimento! Sì, perché mi sono resa conto che, nonostante questa casa sia decisamente grande, le mie cose sommate alle tante che già c'erano, non ci sarebbero assolutamente state. Così, con animo non proprio sereno, mi sono messa dietro ad ulteriori selezioni (ma quanti mesi sono che sto selezionando roba su roba?!) e a stipare stoviglie, utensili e piccoli elettrodomestici che non ci servono dentro alle scatole. 

Esercizio tutt'altro che scorrevole, perchè se scegliere ad esempio tra due, tre batticarne quale possa essere teoricamente il migliore o tra quattro spremiagrumi quale il più funzionale può farmi piombare nell'indecisione, le cose si complicano ancor di più quando si tratta di oggetti a cui sono maggiormente legata, come questa zuccheriera non particolarmente bella e pure un po' scorticata, ma che per me è un tutt'uno con questa casa.

 

 

Per non parlare di oggetti che risvegliano in me ricordi ancor più vecchi, legati cioè alla prima di casa, quella in cui sono nata e dove ho trascorso l'infanzia e parte della gioventù. Come questi porta-spezie...diciamo anni '70 o prima?...che farne? Con tutti i tipi di spezie che usiamo abitualmente, quattro barattolini sono proprio insufficienti.

 


 

Ammetto di essere molto stanca in questo periodo, certo va un po' meglio rispetto allo sfinimento dei primi momenti, ma non passa giorno che non abbia una bella lista di cose da fare in programma. Assorbita quasi totalmente dal post trasloco, non posso certo dedicarmi ai miei passatempi e a parte che ancora non ho idea, nonostante avessi scritto sugli scatoloni il loro contenuto, dove siano finiti alcuni materiali hobbistici, quello che dovrebbe essere il mio futuro laboratorio (ricavato alla bell'e meglio dalla camerina di me ragazzina, residuo della prima casa) annega ancora nella confusione, come del resto tanti altri spazi! 

 


 

Devo dire però che in questo momento dei miei cari e soliti passatempi non ne ho assolutamente nostalgia, poiché la mia creatività si è incanalata tutta nel rendere più accogliente, più "casa" il posto dove ora abito. 

Quindi sì, mi sto ingegnando per migliorare e personalizzare gli ambienti, non solo a riordinarli e il ruolo di arredatrice in erba mi appassiona. 

Un esempio? Le mie librerie gemelle, che poi ho scoperto essere assai diverse tra loro come misure, in questo salotto mi davano l'idea di essere troppo cupe e incombenti, cosa che non succedeva affatto nel mio ex bilo. Allora, su consiglio, ho deciso di rischiararle un po' rivestendo il pannello di fondo con della carta a fantasia. Avrò fatto bene? Mah, non so, coi libri sui ripiani il colpo d'occhio mi sembra un pochino confuso, comunque ve le farò vedere a riempimento ultimato così mi darete il vostro parere.


 

Oltre al lavoro di rinnovamento delle librerie, c'è stato quello di ravvivamento del divano che come vi ho detto era assai sbiadito. L'ho quindi tinto in lavatrice con i colori per stoffa della Coloreria e non è venuto male, lo vedete qui sotto in foto. Ad operazione fatta, credo che avrei dovuto osare di più aumentando la quantità di colore, ma per adesso mi accontento. A ri-ravvivarlo ci penserò più avanti, quando dovrò escogitare anche una soluzione soddisfacente per la parte di stoffa lisa della seduta. Avete suggerimenti al proposito?

 


 E poi...sì sì, ho tinto anche le tende! Ma mica con le tinture naturali fai da te con cui mi ero infervorata quest'estate (ricordate il post?), no quel progetto è andato miseramente a monte, perché mi sono resa conto che armeggiare con pentoloni, bucce di cipolla o bustine di té non sarebbe stato fattibile per questioni di tempo e scomodità. Così mi sono convertita pure in questo caso alla Coloreria e mettendo in lavatrice solo la metà del barattolo del verde foresta, è venuto fuori questo colorino. Devo ancora stirarle e appenderle...ci staranno bene in salotto? Me lo auguro proprio.  

 


Altro lavoretto-lavorone ancora da iniziare, è questo armadietto a due ante che proverò a dipingere di verde salvia con la vernice a gesso, quella facile da utilizzare per capirci. Speriamo che mi riesca bene, finora con questo tipo di vernici (ma di marca diversa) ho realizzato solo oggetti più piccoli.



 

Per fortuna che in questo cantiere che attualmente è la mia casa, si aprono delle oasi...spazi che ho quasi del tutto sistemato. Beh, a parte i quadri alle pareti...poi è vero che gli aggiustamenti sono continui per trovare sempre un ordine migliore. Una di queste oasi è la cucina, uno dei miei ambienti preferiti grazie alla bellissima luce che nelle mattine di sole filtra dal finestrone invadendo con delicatezza la stanza.



 In tutto questo trambusto che è stato il trasloco, mi sono sentita come dentro a un frullatore, una sensazione poco piacevole per una che come me ama i ritmi calmi. Ora, dopo due settimane, questo stato d'animo frenetico e ansioso si sta attenuando e mi sento un briciolo meno frastornata, ma la sensazione di spaesamento è ancora presente e credo ci vorrà del tempo affinché si consolidino quelle abitudini che mi daranno di nuovo la tranquillità. 

Mi capita spesso di cercare per delle mezz'ore intere oggetti che non so dove ho appoggiato e mi succede che spesso entrino in azione vecchi automatismi collegati a quando in questa casa ci abitavo e successivamente agli anni in cui qui mi fermavo tutti i giorni quando uscivo dal lavoro. Se sono soprappensiero, apro d'istinto l'armadio in cucina per cercare il grembiule o lo strofinaccio appesi dietro l'anta mentre ora li tengo vicino al lavello, oppure automaticamente cerco il sale nel pensile sulla sinistra nel posto preciso in cui mia mamma lo teneva. Cose così insomma...e pensare che nelle giornate in cui ho dovuto sistemare tutto avevo una specie di vuoto mentale al riguardo.

Accantoniamo per ora i discorsi vari sul disorientamento che in qualche modo, in situazioni come queste, penso sia fisiologico sperimentare, per lo meno per persone non più tanto giovani come noi, e seguitemi che voglio mostrarvi un altro angolino della mia "oasi cucina". E' la mensola in acciaio che avevo nell'altra casa: dopo qualche indecisione se metterla proprio in quella parete che è sempre stata occupata solo da un grande quadro, l'ho fatta montare. Non sarà l'ideale averla proprio lì in quel muro dove c'è il passaggio, ma l'ho pensata così. Stavolta su consiglio...solo di me stessa!


Le due alzatine fanno parte del servizio "buono", quello delicato in porcellana a fiorellini che si tirava fuori, quando ero bambina, per apparecchiare la tavola nelle grandi occasioni. E dato che appunto erano piatti che si usavano raramente, ricordo che aiutavo mia mamma a darvi una passatina con uno strofinaccio pulito prima di posarli sulla tovaglia ricamata. Mi piace averle lì, dove posso rimirarle.

Volete una spremuta (ho tenuto poi, oltre a mio manuale, lo spremiarance elettrico che era già qui ed è comodissimo) o preferite un té?



Io un té, ma assolutamente deteinato. A presto!


martedì 31 ottobre 2023

scorci in dissolvenza...

Beh, ormai ci siamo...e la stanchezza unita a una certa agitazione si fa sentire. Non riuscirò certamente a pubblicare altri post prima del trasloco, il prossimo quindi partirà dalla postazione computer della mia prossima vecchia-nuova casa.

E visto che per me è tempo di saluti, ho pensato di dedicare questo post al mio bilo, a quel nido che a giorni lascerò. Perché io il mio appartamentino l'ho amato tanto ed è stato un amore a prima vista. L'ho amato anche se era piccolo e labirintico, senza terrazzo e con una non troppo allettante "vista muri". 

L'ho anche odiato però...ho iniziato ad odiarlo quando man mano che passavano gli anni ha cominciato a riempirsi (mea culpa!) sempre di più. Perché, diciamolo, oltre ad essere una persona leggermente accumulatrice anche se ora lo sono assai meno, non sono neanche propriamente ordinata... O meglio, lo sarei in teoria perché l'ordine mi piace, ma nella pratica, poco dopo aver messo a posto, ecco che di nuovo la confusione si riprende i suoi spazi e come ben sapete, la confusione di spazio se ne prende moltissimo! In più i miei hobby in questi due decenni abbondanti sono andati via via moltiplicandosi e di conseguenza i miei armadi, le librerie, i cestoni si sono riempiti di tantissime cose e materiali di tutti i tipi. Zeppi fino a scoppiare, un po' come quelli della Pina in "Fantozzi contro tutti". 

L'ho anche odiato quando aprendo le finestre al mattino non riuscivo a capire bene che tempo facesse, dato il misero ritaglio di cielo che vedevo lassù in alto, e mi è capitato di uscire con l'ombrello quando il cielo invece era solamente un po' bigio. O il contrario. Per non parlare di quando iniziava a nevicare, difficilmente me ne accorgevo subito, se non che per diversi anni venivo avvertita dalla telefonata di mio babbo che per questo evento meteorologico aveva mantenuto lo stupore entusiasta di un bambino 💙

A parte però qualche lungo e ciclico momento di insofferenza acuta per questa mia piccola caotica abitazione, io mi ci sono sentita come dentro a un guanto. E'...forse dovrei dire era, accogliente come una culla, come una tana, come un nido. 

 

una casa accogliente come un nido
 

Accogliente sì...è questo l'aggettivo più usato da chi ha varcato la porta del mio bilo. 

Un appartamento super colorato, poco fronzoloso ma di sicuro non in stile minimalista, che mischia il moderno-ma-non-troppo con l'antico-ma-non-troppo più un pizzico di etnico, costellato da tanti oggetti artigianali fatti da me o acquistati qua e là, quasi un bazar con quei tappeti alle pareti e tutte quelle cose esposte!

Allora volete accompagnarmi a fare l'ultimo giro nella mia casa e a salutarla prima che si...dissolva?  Non impiegheremo troppo tempo, in pochi passi la si percorre tutta.



Vi mostrerò qualche scorcio e alcuni angolini: ogni oggetto, ogni scaffale, ogni rivestimento è stato scelto da me con cura, inoltre qualche mobiletto me l'ero portato dietro dalla casa dei miei e presto tornerà là. In mezzo talvolta comparirò anch'io, più o meno attempata, oltre ad alcune mie e nostre creazioni, sarà quindi l'occasione per fare anche un veloce ripasso ;-) 

Ah, ma il tour è già iniziato...sì, forse non sarà la stanza che nella realtà si mostrerebbe per prima però qui è un altro conto. Allora... e bagno sia! 

Bagnetto tutto bianco e in alto decorazione tipo scacchiera nei miei due colori non colori preferiti...beh, poi il resto dell'appartamento vedrete che non è altrettanto sobrio!



Altro scatto in cui oltre al motivo decorativo mi si vede allo specchio con un berrettone a righe dal sapore un po' etnico. Un divertente passatempo quello dei berretti, a cui mi sono dedicata in questi ultimi inverni, ve li farò vedere quando avrò un po' di tempo.



E un'altra ancora, scattata dopo aver fatto aiutata da Maurizio, la tinta in casa ai tempi dei primi lock-down, storia recente. Ora i miei capelli non sono più nè così lunghi, nè così lucidi, nè così scuri, dato che l'anno seguente ho scelto di lasciarli come natura crea...e la natura per ora crea "pepe e sale".

E infine... salto all'indietro, primo anno di blog e sempre io, in fondo ancora giovane attempata, con tanta voglia di fotografare le mie strampalate creazioni. Giuro che poi non ho proseguito sulla strada delle spille in cartapesta e tricotin 😄

In questa serie di scatti si vedono appesi, forse più che altro si intuiscono, due puzzle, "Rettili" e "Tre mondi" di Escher, un artista che mi intriga molto e che secondo me ben si adattavano proprio qui. 

 


Come il bagno, anche la camera da notte è abbastanza semplice, pochi mobili, pochi colori e, se non si aprono gli armadi coi vestiti, appare pure ordinata. In mezzo alla confusione non riuscirei ad addormentarmi bene, è la mia indole ordinata che ogni tanto spunta fuori. 

Una suggestiva nota etnica: sopra la testata del letto ho piazzato il grande arazzo che vedete in foto, a me piace molto. Lo comprai dopo qualche anno in cui vivevo qui da un venditore ambulante africano e ho scoperto solo adesso qualcosa di più su questo manufatto. Sempre che il mio sia originale, ma immagino di sì, dovrebbe esser stato realizzato dagli artigiani del popolo Senufo che vive in una zona dell'Africa occidentale. Il tessuto korogho viene tessuto al telaio in lunghe strisce successivamente cucite insieme fino a formare un panno su cui vengono dipinte con tinte vegetali delle figure simboliche di persone, animali o elementi naturali. 


 

Angolino dell'arazzo + quello della testata del letto + babbucce a uncinetto che ho realizzato lo scorso anno: calde, confortevoli ed elastiche. 


 

Stanchi? Bisogno di una pausa? E' ora di oltrepassare la porta scorrevole che dà sulla cucina e immergersi nei suoi colori e sapori...dai che vi offro un pasticcino con un caffè nelle mie allegre tazzine pastello. Beh, a dir il vero ho rimasto solo qualche tazzina a disposizione, poiché una parte di esse sono andate rotte, peccato!     

 

 

Di fronte, accanto al manichino vestito con abiti vintage (vecchia foto in vista di mercatini dell'usato)  c'è il mio amatissimo frigo blu ancora funzionante, ma che dovrò lasciare qui come una parte dell'arredamento. Dell'arredo cucina non potrò portarmi dietro quasi niente, poco di più di quell'appendino in ferro battuto con gli uccellini che potete scorgere là dietro! L'avevo comprato a un mercatino di antiquariato e, da quel che mi ricordo, mi avevano detto che una volta serviva per appendere i salami. Sarà così? Comunque per me è funzionale e bello per agganciarvi strofinacci e grembiuli. .


 

Essendo, intendo il frigo, in acciaio ci ho sempre attaccato di tutto, dai biglietti di auguri ai disegni che i bambini e le bambine mi regalavano con trasporto...errori annessi. Che teneri!

 


La cucina si sviluppava solo su una paretina, però ha svolto molto bene la sua funzione e ci abbiamo cucinato tante buone cosine (che dispiacere lasciare il mio forno!). Un po' ammassato, ma ci stava tutto ciò che poteva servire (avete notato che mi sto abituando a parlare al passato?) e anche di più. Nell'angolo sinistro avevo messo questo scaffalino alto e stretto in cartoncino ondulato: un po' precario, ma originale. Ha ospitato tazzone come quelle che vedete e che ora in parte non ho più.   

 

fila di peperoncini appesi

 

Un angolo puramente decorativo è questo con mensolina che ospita la mia "testa cantante" migliore ma perennemente da aggiustare, quell'orecchino casca sempre, oltre ai quadri a punto croce e a quello ancor più grande a mezzo punto. Di questi ricami in particolare ne avevo parlato qui e qui.


 

E' un posticino che ho sfruttato parecchio anche per fotografare cosette varie tra cui i miei amigurumi, ricordate?


coniglietta amigurumi


Con due passi, ma proprio due di numero, si arriva sotto all'arco che la divide dalla sala (foto estiva di soli due anni fa ma ancora in "veste giovane con capelli scuri"). In questa immagine si vede il motivo, o per lo meno uno dei più importanti, che mi ha spinto inesorabilmente verso la scelta di questo appartamentino.

Ricordo che la vista di quelle arcate e di quel soffitto altissimo mi colpì tantissimo, un'emozione forte suscitata probabilmente dall'allacciarsi di ricordi passati del periodo scolastico ed anche di quelli lavorativi di allora. 

In quel lontano giorno di febbraio io con un braccio ingessato accompagnata e aiutata da mio babbo mentre salivo lo scalone coperto dai cellophane guardando bene a dove mettevo i piedi, con gli operai che mi facevano largo preoccupandosi che non mi facessi male. E poi il primo impatto entrando qui, varcando una porta che ancora non c'era, schivando le impalcature...la prima immagine che conservo nel cuore.


 

Dopo questa parentesi, eccoci quindi entrati nella sala tuttofare: pranzo, salotto, laboratorio...una convivenza tra varie attività a volte davvero impossibile! 

Uno sguardo al mio angolo preferito, adesso tristemente svuotato, è anche l'occasione per farvi vedere una fila di cornicette origami che un giorno vi presenterò meglio.


fila di cornicette da appendere

 

Il pezzo forte è sempre stato a mio parere il divano rosso. La sua forma elegante, il colore acceso, i piedini bombati... appena visto in negozio, me ne ero innamorata e gli ho assegnato il posto più importante della stanza. Qui, nel 2010, era ancora di un bel rosso vivace, anche se erano già trascorsi più di dieci anni dal suo acquisto, adesso la stoffa si è molto sbiadita ed è un po' usurata. In fondo tutto si usura...anche le coccodrille.



Avete presente quando poco sopra vi parlavo di confusione? Guardate, questa è una delle mie due librerie etniche gemelle nella sua magnifica normalità caotica, e neanche al massimo della sua espressione. Eppure ci provavo a tenerla in ordine, credetemi. Dell'altra vi risparmio la vista.

 


 

Guardiamoci invece da vicino il semplice fregio intagliato, particolare che è bastato a farmele preferire ad altre viste in giro. La bambolina legnosa appesa nell'angolino è una creazione in buona parte di riciclo: abbassalingua, bastoncini del gelato, stoffe da abiti usati, passamanerie, panno, fili di lana.

 

bambolina legnosa con materiali di riciclo

 

In secondo piano, tra le librerie, il muro con stampe antiche che riproducono insetti come le graziose cetonie e un altro tipo di insetti meno carino. In primo piano delle tortine-gioco-puntaspilli che forse avrete notato in qualche foto degli ultimi mercatini.

 


 

Non si era visto finora, ma il tavolo c'è, c'è...fatto da un artigiano su modello di quelli tradizionali romagnoli, ne intravedete un pezzettino con la prima "sognatrice" nata appunto qui sopra.  .


bambolina con tecnica book folding

Come pensate che sia mangiare sullo stesso tavolo su cui ci si dedica in altri momenti ai propri passatempi? Eh, difficilissimo sì!

Ma ci credete che possa essere arrivata ad ingombrare il tavolo fino a questo punto? Nonostante sia stata io l'autrice di questa baraonda, stento a crederci guardando questa foto postata sul blog nel 2015!

 

 

Infine, vista panoramica sul muro in fondo, quello di fianco alla porta d'ingresso. Lo sviluppo in altezza delle pareti ha fatto sì che abbia potuto appendere varie cose, come i miei ricami a mezzo punto e i nostri MA.NI. tappeti a quattro mani. Di queste creazioni ne ho parlato ampiamente nella mostra on-line di qualche tempo fa organizzata dalla pittrice Carla Colombo. Se volete visitarla, cercatela sulla barra laterale del mio blog e cliccate. 



E poi...basta su, fermiamoci qui con gli scorci che non vorrei mi scendesse una lacrimuccia e non di certo da coccodrillo. (in foto bambolina abayomi di cui vi parlerò...in seguito)


bambolina Abayomi in stoffa realizzata coi nodi


Spero di non avervi annoiato con quest'ondata di parole e immagini o intristito con questo post anticipatamente nostalgico, ora in un salto mi trasferisco nell'altra casa...oplà!