martedì 5 marzo 2024

amo i puzzle

Sì lo confesso, i puzzle li amo immensamente. Non incondizionatamente nel senso che mi piace molto di più fare quelli che rientrano nei miei gusti, ma mi è capitato anche, in diverse occasioni, di applicarmi volentieri a qualcuno che ad esempio personalmente non avrei scelto. 

I puzzle per me sono un passatempo divertente e appassionante, adatto a qualunque età. E mi piace, una volta completati, incorniciarli e appenderli in casa. Beh, non saranno proprio delle opere d'arte, ma a me piace guardare il frutto del mio paziente lavoro.

Seguitemi quindi per un mini tour a casa mia che vi faccio vedere i miei!

 

I PUZZLE DI CASA MIA 


Iniziamo con i due puzzle che riproducono opere di Escher, un artista che come ho detto altre volte, mi affascina tantissimo. Li avevate già visti nel bagno del mio ex bilo dove si sposavano bene con le piastrelline bianche e nere a scacchi, pure qui li ho voluti appendere nello stesso ambiente e anche se bagno e piastrelle sono assai diversi, non ci stanno malaccio.

 


 

Entriamo quindi nella camera da letto, ancora abbastanza spoglia, dove però non poteva mancare alla parete Il bacio di Klimt, altro artista che mi avvolge tra le sue spire dorate.

 


 

Ci spostiamo adesso in cucina e proprio lì, sopra alla mensola d'acciaio che vi avevo mostrato qui appena trasferitami in questa casa, da poco di puzzle ce n'è un altro. Avete riconosciuto l'immagine riprodotta? E' la famosissima Lunch atop a skyscraper, una foto del 1932 scattata su un edificio allora in costruzione: il Rockefeller center. Uno scatto finalizzato probabilmente a pubblicizzare il nuovo grattacielo in questione, ma gli operai non erano comparse (e bè non penso ce ne sarebbero stati molti a prestarsi!), bensì le persone che vi stavano lavorando, erano "vere" insomma e vere pure le travi su cui con nonchalance si accomodavano per consumare il pranzo ed anche per stendersi a riposare come si vede in altri scatti... bbbrrr che brividi!

Riguardo a questa foto sorprendente (che stimola riflessioni riguardo alla sicurezza sul lavoro) ho trovato alcune notizie che se vi va potete leggere qui.


 

Mi allargo un po' dicendo che questo grande puzzle giaceva bell'e finito in un cassetto da tanto, tanto tempo...ero una ragazza e abitavo ancora in questa casa coi miei quando lo iniziai sparpagliandone sul tavolo basso della mansarda tutti i pezzi. Principalmente mi ci dedicavo da sola  ma occasionalmente anche col mio primo nipote e o le amiche di passaggio. Certo il puzzle è un gioco solitario sì, ma se le tessere si cercano assieme tra una chiacchiera e l'altra, il tempo passa meglio e ci si diverte anche di più mentre intanto il puzzle prende forma. Anche mia mamma quando andava di sopra dove c'è la lavanderia, a volte passando da lì davanti scovava qualche tesserina da aggiungere, poi me lo diceva orgogliosa...un bel ricordo inghiottito dal tempo.  

Una volta terminato era stato però abbandonato, non so perché, in quel cassetto sotto al lettino, finché, ritornando qui, l'ho trovato e ho deciso di farlo finalmente incorniciare.

 

 

Riemergo dal passato e seguendo le tracce dei puzzle, in  sala eccone uno mini mini su un ripiano della libreria. Si tratta sempre di un Klimt, un particolare dell'opera Judith, e devo averlo comprato se non sbaglio ad una mostra di due anni fa vista a Piacenza assieme a delle amiche.


 

Infine un mio acquisto recentissimo: un puzzle, a tema pesci, vintage come me...Beh, per ora vi faccio vedere solo la scatola, perchè è ancora da iniziare,  basta solo liberare il tavolo in mansarda...cosa ci vorrà mai?!😄



E' stato interessante per me scoprire qualcosa del fondatore della Cavallini & Co, Brad L.Parberry, e di come l'Italia sia stata fonte di ispirazione per il suo lavoro. Se siete curiosi, andate a leggere qui l'intervista in inglese.


 

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Chiudo il capitolo puzzle con un altro dolce ricordo, una foto dei primi anni '90 del periodo ludoteca: due ragazzini impegnati a trovare i pezzi di un puzzle che avevamo sistemato su un tavolone a disposizione di tutti. Un puzzle a cui ognuno poteva contribuire aggiungendo una, due, tre...tutte le tessere che voleva. Un intenso lavoro di gruppo per un puzzle quasi impossibile...no, non proprio, però con un grado di difficoltà piuttosto alto in quanto doveva essere fatto senza alcuna immagine di riferimento, non si sapeva di preciso cosa sarebbe apparso!

Una volta che il quadro fosse stato completato o già durante la sua esecuzione, si tentava di trovare, attraverso gli indizi che di mano in mano comparivano, la soluzione del racconto giallo scritto sulla scatola del gioco.  

Li avete mai visti questi originali puzzle? Si trattava dei mitici i gialli Clementoni, non più in commercio da anni, se non tra i giochi usati che potete trovare in vendita su internet.



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Se volete infine scoprire (ed anche realizzare) altri tipi di puzzle o rompicapo e stupirvi col risvolto divertente della matematica, vi consiglio di andare a leggere questo post di MammaConta - All'origine... il cuore!


12 commenti:

  1. A volte i puzzle fanno un po' impazzire però, una volta completati, danno sempre una bella soddisfazione. Ci vuole tanto occhio, ma anche infinita pazienza.,Un salutone a te.

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    1. Hai ragione Fabio, per fare i puzzle ci vuole occhio e sicuramente tanta pazienza! A me piace fare lavori per cui si impiega anche molto tempo, la cosa non mi spaventa, anzi alla fine c'è più soddisfazione. Questo non vuol dire che disdegni occupazioni più veloci... Salutone ricambiato!

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  2. Brava. Io cerco sempre di evitare sforzi giocosi al mio cervello, ma ammiro i tuoi lavori.
    Ciao Ninfa.

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    1. Grazie Gus, sono contenta che ti piacciano i miei puzzle. "Sforzi giocosi" sembra quasi un ossimoro...e a differenza di te, a me piace molto questo abbinamento: il gioco regala leggerezza alle cose più faticose e pesanti. Ciao, buona mattinata!

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  3. I puzzle sono un passatempo davvero piacevole, a scuola ne avevamo di tanti tipi adatti ai bimbi di tre, semplicissimi, quattro, un po’ più complessi, e cinque anni. È un gioco didattico davvero interessante.
    I tuoi sono molto belli, soprattutto il bacio di Klimt. Ciao Ninfa, buona serata.
    sinforosa

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    1. E' vero Sinforosa, ne esistono tanti tipi di puzzle e ce ne sono di adatti anche a bambini di pochi anni. Poi man mano che si sale con l'età, il gioco diventa più complesso, le tessere più piccole e numerose. E' davvero un passatempo interessante che può avere anche finalità didattiche. Mi fa piacere che apprezzi quelli di casa mia...il puzzle di Klimt è poco valorizzato dalla foto che gli ho scattato, ma è veramente bello. Ciao, buona giornata!

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  4. Sono tutti molto belli ed anche moolto impegnativi !! Poi, quando sarà pronto, ci farai vedere come è venuto anche quello vintage, a tema pesci !! Io ho fatto qualche puzzle, due per la precisione. Sono venuti bene ma non è il mio forte, ci ho messo tanto tempo e tanta pazienza !!I tuoi stanno molto bene in casa !! Ciao

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    1. Sono contenta che ti piacciano Mirtillo e che trovi che in casa ci stiano bene, grazie. Sì, diciamo mediamente impegnativi...a parte quello mini, penso siano tutti da 1000 pezzi. Ci vuole tanto tempo e pazienza a farli, hai ragione, è un passatempo piacevole, ma chiaramente non è per tutti così. Quando l'avrò finito (o anche solo iniziato!) farò certamente vedere qui il mio nuovo vintage puzzle. Ciao!

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  5. Bello. E poi adoro sia Escher che Klimt, molto bello anche la foto del pranzo sospeso.
    Si puzzle ne ho fatti più di qualcuno, anche se da giovane...
    Comunque complimentoni

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    1. Grazie per i complimenti e anche oni, Alberto! Mi fa molto piacere che abbiamo in comune alcuni gusti in campo artistico e che tu abbia apprezzato i miei "quadri". Anch'io come te, a parte quello di Klimt, gli altri puzzle li ho fatti da giovane, beh ero già una ragazza però, ed ora che non lo sono più da un pezzo non vedo l'ora di rimettermi alla prova col nuovo puzzle...

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  6. I puzzle mi hanno accompagnata durante la mia vita da universitaria. Vivevo in casa con altre ragazze e nei momenti di svago, per rilassarci, ci riunivano attorno ad un puzzle che, una volta completato, incorniciavamo per rendere più accogliente la casa. Quello di Escher te lo invidio tantissimo! Grazie per il link, i puzzle che condivido sono un modo per spiegare che la matematica sa essere anche divertente...Buon week end.

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    1. Un bel passatempo fare puzzle con le amiche universitarie, anche insolito! Pure a me e alle mie compagne d'appartamento nei momenti liberi dallo studio piaceva molto giocare, però più che altro con le carte. E' vero, appesi alle pareti i puzzle arredano...comprendo l'invidia dei miei di Escher, l'avrei anch'io ;-D Spero di riuscire a visitare la sua mostra visto che tra poco sarà a Ferrara. Quando l'argomento si sposa con quelli da me trattati nei miei post, mi fa sempre piacere segnalare altri blogger che ne hanno parlato in modo diverso, quindi grazie a te, MammaConta e buona settimana!

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