mercoledì 29 ottobre 2014

a un passo dal Parco della Maremma (terza parte)

 E dopo la pausa origami, eccoci infine alla terza parte (per chi volesse recuperare: qui la prima e qua la seconda), poi non temete, che di viaggi per un po' non se ne parla!


i dintorni costieri: un po' più su, un po' più giù

La costa un po' più su e un po' più giù... Ad attirarci un po' più su è stata la descrizione, nel libriccino fornitoci dell'agriturismo, di una spiaggia "musicale". Musicale perchè la sabbia sotto ai piedi dicono emetta il suono di un violino. Oltretutto era presentata come un magnifico posto. 
Magnifico posto che non siamo però riusciti a vedere, peccato...eh, il parcheggio di Cala Violina al mattino era già al completo e abbiamo dovuto rinunciarvi!

Abbiamo allora ripiegato sulla vicina Punta Ala. Non si può dire proprio un ripiego dato che, essendo una località molto rinomata, mi incuriosiva non poco.
Per quel tratto di lungomare che abbiamo percorso a piedi, posso veramente dire che è davvero esclusiva come avevo sentito dire ...esclusiva però nel senso di escludere dai suoi bagni eleganti qualsiasi curioso che, come noi, avrebbe voluto dare un'occhiata alla spiaggia. Praticamente una barriera impenetrabile di stabilimenti balneari in cui era impossibile intrufolarsi senza passare direttamente da dentro alle strutture "esclusivamente riservate ai clienti". 

Abbiamo trovato però, poco più in là, una grande spiaggia libera, per umani e per cani, ed abbiamo trascorso una bella giornata davvero, meno esclusiva ma più  a contatto con la natura, come piace a noi. 
Qui ho fatto il primo e miglior bagno di tutta la stagione. L'acqua era limpida e invitante come in tutte le altre spiagge viste, ma finalmente aveva una temperatura accettabile. Non posso certo definirmi un pesciolino: nuoto, quelle sette bracciate in fila a rana solo dove tocco, ma quando trovo le condizioni per me ideali, mi sento veramente una ninfa dell'acqua...e raggiungo la felicità ultraterrena.



Ah, dimenticavo il passaggio a Talamone...solamente una foto di un gabbiano su un tetto e niente di particolare da ricordare. Solo un gran pigia-pigia in una caletta con ombrelloni e bar carino. Meglio andarsene, dopo una birra e una cedrata.



Un  posto invece che era nei miei ricordi e in cui mi è piaciuto tornare, è stato Castiglione della Pescaia. Un caratteristico borgo antico, come l'antichità ritratta sotto

   
...ridere di se stessi non fa mai male, vero? Di Castiglione vi metto solo altre tre foto, perchè non voglio esagerare col numero. E' proprio un piccolissimo assaggio, ma se volete fare una scorpacciata di fascino medioevale andateci di persona.





Sono rimasti solo i dintorni un po' più giù...
Un po' più giù, la nostra meta, l'unica meta,  è stata Ansedonia. Ci attirava il fatto che ci fosse una spiaggia nera e una costruzione etrusca: la Tagliata. Partiti dunque, io soprattutto, con la curiosità di vedere questa opera, ci siamo trovati a vagare nella nebbia...nel vero senso della parola.



Una volta che questa si è alzata, abbiamo scrutato l'orizzonte



ma di questa Tagliata non se ne vedeva l'ombra. Maurizio che ha fatto una lunga passeggiata fino al punto in cui la spiaggia terminava contro un roccione, è tornato con un pugno di sabbia nera (allora c'era!) ma senza aver avvistato nessun resto etrusco...allora non c'era?!



Eh no, c'era, c'era, è solo che non l'ha riconosciuta! E questa la dice lunga sul nostro livello di preparazione archeo-storica quando viaggiamo...meglio nascondersi nelle tenebre.



Buonanotte!

lunedì 20 ottobre 2014

bocche che parlano, mangiano, respirano, beccano, baciano...(con link e spiegazioni)

E' tempo di origami: a dire il vero è un passatempo che sto trascurando quasi totalmente, ma sarebbe proprio un peccato dimenticarlo del tutto, almeno qui sul mio blog! Ecco che quindi voglio inaugurare una categoria di origami molto divertenti da fare con i bambini, ma non escludo che anche agli adulti possano piacere: sono quelli "in movimento" (certo non si muovono da soli, non pretendiamo troppo). Suscita sempre sorpresa poter animare un oggetto di carta creato con le proprie mani, provare per credere!

 MOSTRO, PESCE O SERPENTE?


Il primo origami che vi faccio vedere è tratto da "100 e 100 lavoretti per bambini" ed. San Paolo. Nel libro esso viene presentato come "mostro", un simpatico mostriciattolo montato su un'asticella.
Sul web ho trovato lo stesso origami che viene invece proposto invece come pesce parlante, un dentice per essere precisi. Le istruzioni sono semplici e le potete vedere in questo video. Molto carine anche le teste parlanti di Krokotak, andate a darci un'occhiata!

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Un origami simile a quello che vi ho appena mostrato è quest'altro. Come vedete il mio assomiglia ad un serpentello: basta applicarvi una lunga lingua biforcuta di carta rossa e occhi-fermacampioni.
 Qui, nel bel sito Origami-fun, potete vedere le istruzioni.



COCCODRILLO


Per questo coccodrillo, o per meglio dire solo la sua bocca, dovete invece accontentarvi di un diagramma fatto da me (prima esperienza, è fatto un po' alla buona e finchè qualcuno di voi non lo sperimenta non potrò sapere se è abbastanza comprensibile!), copiato o imparato chissà dove, poichè nelle mie ricerche sul web non sono riuscita a trovare nessuno schema di questo modello.


Curandone di più l'aspetto, avrete un coccodrillo certamente più accattivante del mio!


UN TIPO (UN PO' SFUGGENTE) ALLA MUPPET SHOW

Questo origami a me ricorda tanto un personaggio dei Mappets, li conoscete? Io dovrei riscoprirli, perchè a quel tempo, quando in Italia uscì la serie, non li seguivo molto eppure erano pupazzi talmente particolari e fantasiosi che mi sono rimasti in mente.
Non ricordo chi mi abbia insegnato questo gioco di carta, ma il pupazzetto ha un'aria così simpatica che vi voglio mostrare come si realizza. Vedrete che il procedimento è piuttosto facile, spero solo di essere riuscita nell'intento di spiegarvelo bene.

1) Prendete un foglio di carta quadrata (io ho usato un quadrato ricavato da un A4), piegatelo a metà lungo l'asse orizzontale: otterrete un rettangolo. Mantenete, per tutto il lavoro, la parte aperta del foglio rivolta verso di voi.


2) Piegate quindi a metà il rettangolo lungo l'asse verticale


 e riaprite la piega.


3) Portate uno dei suoi lati corti sulla traccia centrale


e simmetricamente fate la stessa cosa con l'altro. Come vedete i due lembi si toccano al centro.


4) Inserendo un dito all'interno dell'angolo in alto, apritelo


ed appiattitelo contro il tavolo


facendo coincidere gli assi di simmetria delle due figure che si sono formate cioè un triangolo sopra e un rettangolo diviso in due sotto.


5) Eseguite lo stesso passaggio sul lato opposto fino ad ottenere una semplice ma carina casa origami.


A noi però in questo momento interessa il pupazzino, non vi vorrete mica fermare qui...

6) Voltate il vostro origami


e fate due contropieghe portando le due alette laterali al centro in modo che le due facciate, sopra e sotto, dell'origami risultino identiche.


A questo punto se volete, non è detto però che dobbiate seguire il mio suggerimento, potete colorare di rosso o rosa i due triangoli in alto (sia da una parte che dall'altra) che diventeranno la bocca.


e già che ci siete anche quello che diventerà il muso, cioè i due triangoli rettangoli a lato di quello rosso. Non fate caso al fatto che proseguendo nelle spiegazioni alcune parti del mio origami a volte sono colorate e a volte no: è che sono andata avanti e indietro nei passaggi per capire in che fasi il pupazzo andasse colorato.

7) Adesso sollevate il lembo inferiore della figura, solo uno strato,


e piegatelo orizzontalmente. Deve arrivare "a filo" fino alle basi dei due triangolini rettangoli.


 Dopo questo passaggio potete avanzare se volete nella decorazione, colorando anche questi due risvolti di verde.

8) Ripiegate ancora una volta su se stesso il bordo inferiore (come quando fate il doppio risvolto in fondo a pantaloni troppo lunghi)




9) poi voltate e fate la stessa cosa dall'altra parte.

Se ancora non vi siete stancati, colorate anche questi nuovi risvolti così  il vostro muppet sarà perfetto fin dietro le orecchie.


10) Allargate quindi la tasca che si è formata


e premete con le dita sul fondo partendo dal punto centrale.


Per capirci meglio...su tutta la zona della bocca, in modo che i due grandi triangoli rientrino all'interno.

Dovrete cercare ora di modellare tutta la bocca accuratamente, senza trascurare anche gli angolini laterali.


Oplà, il pupazzo origami è finito, basta solo aggiungervi qualche particolare.
Oltre ad averlo colorato, come vi ho mostrato fra un passaggio e l'altro, ho piegato un pò all'indietro le due sporgenze appuntite sopra al muso e vi ho attaccato gli occhi (anche le ciglia nel secondo) realizzati con due piccoli adesivi. Li ho poi rinforzati attaccandone "a sandwich" altri due...se l'adesivo non tiene, mettete un pò di colla.



Vi spiego come si fa a farlo parlare? Si infila la mano nelle due tasche che si trovano dietro (il pollice sotto e le altre dita piatte sopra) e si fa muovere la bocca avvicinando e staccando le dita tra loro.


Solo che....ahiahaiahi, vi avevo detto che era un tipo un po' sfuggente! Per quanto questo pupazzo mi piaccia molto bisogna riconoscere che non è certo dei più funzionali...

Se però non volete rinunciarvi vi do due consigli: 

* o lo costruite piuttosto grande in modo che la mano si infili nel pupazzo quasi completamente 

* oppure posizionate semplicemente un pezzo di scotch biadesivo all'interno di ciascuna tasca "di manovra" e il vostro caro muppet non vi sfuggirà più...


ma....staccatemi le ditaaa!!

Non è finita qui...state pronti con altri fogli (anche di riciclo van bene) per il prossimo post di bocche e becchi movibili...però prima c'è l'ultima puntata sull'Argentario.


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 Con questo post partecipo al Linky Party # 117 proposto da Alex.
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Linky Party C'e' Crisi

mercoledì 15 ottobre 2014

a un passo dal Parco della Maremma (seconda parte)

Grazie per avermi seguito nella prima parte del mio racconto, come vi ho detto vorrei ancora soffermarmi su...

ancora Argentario...dall'alto pericolosamente

Sarà che non avevamo comprato la carta particolareggiata dei sentieri, ma come vi avevo accennato arrivare alle calette non è stato facile...bisogna insomma armarsi di pazienza sia per cercare il posto per parcheggiare, in genere lungo le strade, sia per individuare i sentierini. Le indicazioni infatti sono poco visibili e piuttosto carenti, a volte è un vero colpo di fortuna trovarsi davanti un cartello col nome della cala! 
C'è anche da dire che qui come in altre parti d'Italia, anni addietro avevano tappezzato di ville alcuni tratti della costa, naturalmente i più panoramici, al punto che per i turisti raggiungere le spiaggette era pressocchè impossibile. 


Per fortuna ora sono stati aperti dei varchi, ma ripeto, non sempre è semplice scovarli.
Dovete sapere che c'è una sola strada, percorribile in auto e da ciclisti molto allenati, che fa il giro dell'Argentario, collegando Porto Santo Stefano a Porto Ercole. E' panoramica e vigilata da torri come questa ed è quella poi da cui si diramano le varie stradine per raggiungere le cale. 



Noi di questa strada ne abbiamo per sbaglio saltato un pezzo iniziale, ma quello che ci siamo trovati davanti a poco più della metà valeva per dieci...
Ora vi racconto: ero giusto franata (cosa purtroppo per me abituale) due volte, una sugli scogli, una sul ghiaino dell'ultima affollata caletta, che col mio ginocchio ridotto ad una bistecca sanguinolenta, ci mettiamo in macchina per tornare al nostro agriturismo a medicarmi. Il tipo affitta canoe della caletta ci aveva assicurato che quel tratto di alcuni chilometri che nella cartina risultava vagamente segnato tanto da sembrare perfino interrotto, era invece percorribile in macchina. Sì, la strada non era asfaltata, ci aveva detto, però era abbastanza battuta. 
....abbastanza battuta. Ultime parole famose: provate ad immaginarvi una strada bianca e piena di buche, aggiungetevi un bello strapiombo senza guard rail sul lato in cui viaggiavamo, e moltiplicate per dieci. Vi farete un'idea di come poteva essere questa...diciamo strada...



tanto panoramica, di sicuro, ma adatta solo ai più avventurosi. Io devo riconoscere che lo sono abbastanza, ma il guidatore in fondo non ero io ed ho dovuto rassicurare ad ogni metro lo sventurato che lo strapiombo non era poi così terrificante, che presto il rally sarebbe finito e che, come consolazione,  questa esperienza "al peperoncino" ci sarebbe rimasta impressa nella memoria più di tante altre gite tranquille. Non è forse sempre così che accade?


Beh, su questa avventura che non mi sento certo di consigliarvi, ma che sicuramente è stata indimenticabile, chiudo il giro panoramico in cerca di baiette per passare a quello, molto più rassicurante, dei paesini. 

i paesi sull'acqua dell'Argentario...
 
Restiamo ancora sulla penisola, che ne dite? Quel tanto per mostrarvi altre foto di Orbetello, di cui avevate intravisto il suggestivo Mulino Spagnolo nel controluce del post precedente. Lo sapevate che Orbetello si trova in mezzo ad una laguna?
La forma "a scafo" della città è davvero molto particolare e addentrandosi in essa si respira un'aria rilassata e mediterranea: tante palme svettanti


un meraviglioso edificio con obelischi che un tempo fungeva da polveriera,



il molo di cui vedete uno scorcio 


una bella passeggiata sul lungolaguna...suona strano, ma è così.


Tutto solare e arioso, ma a me interessa anche cogliere il lato oscuro delle città...come quel muro imbrattato e l'atmosfera da "Le mie prigioni" che regnava in questo angolino.


Uno scatto pure a me, finta pensierosa con stomaco gonfio da intestino vacanziero pigro, gambe da lottatrice, quelle sempre,  e ginocchio insanguinato....il motivo lo sapete.


Ma ora spostiamoci in altri due paesi, in pratica gli unici due centri abitati del promontorio. 
Di Porto Santo Stefano non ho da mostrarvi nessuna foto, ne avevamo fatta una sola neppure tanto bella, mentre ne ho un bel malloppo (di cui vi metto una minima parte, non preoccupatevi)  di Porto Ercole che a noi è piaciuto di più.
Guardate questa casa che delizioso terrazzino...


 e questa rete...beh, l'ho fotografata per il bel rampicante, non per la rete in sè.


E questa antica torretta non fa sognare passati avvistamenti di pirati?


Ora l'Argentario lo possiamo proprio lasciare per dedicarci ai suoi dintorni, ma facciamo un po' di pausa, che ne dite? Voglio mantenervi freschi per la terza parte!